Alla scoperta della Nebulosa Velo

Alla scoperta della Nebulosa Velo

Queste fiabesche, vaporose immagini riprese dal telescopio Hubble mostrano  visioni ravvicinate di parti della Nebulosa Velo (Veil Nebula), formata in seguito alla morte violenta di una stella con massa circa venti volte quella solare, esplosa migliaia di anni fa. Il nome dell’incantevole nebulosa deriva dalle sue delicate, drappeggiate strutture filamentose. È uno dei più noti resti di supernova.

I filamenti gassosi simili a corde intrecciate sono il risultato delle enormi quantità di energia rilasciate quando i detriti dovuti all’esplosione hanno spazzato l’ambiente circostante e creato fronti d’urto. Le onde d’urto, create da materiale che si muove alla velocità notevole di 600.000 chilometri all’ora, riscaldano il gas a milioni di gradi, facendolo brillare. Situata a oltre 1500 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cigno, questa nube colorata di detriti incandescenti si estende in totale per un centinaio di anni luce. L’aspetto della Nebulosa Velo è dovuto a variazioni di temperature e densità degli elementi chimici presenti, e i vari colori, che ne delineano in modo fantastico le forme, indicano emissione da differenti tipi di atomi eccitati dall’onda d’urto: il blu mostra l’ossigeno, il verde lo zolfo e il rosso l’idrogeno.

Gli astronomi ritengono che la stella progenitrice della Nebulosa Velo, prima di esplodere, abbia soffiato un forte vento stellare, che ha scavato una grande cavità nel gas interstellare circostante. Non appena l’onda d’urto della supernova si è espansa verso l’esterno, ha incontrato le pareti di questa cavità, creando così le caratteristiche distintive della nebulosa. I filamenti luminosi si sono prodotti quando l’onda d’urto ha interagito con una parete relativamente densa della cavità, mentre le strutture più fioche sono generate da regioni quasi prive di materiale. Le esplosioni di supernova sono di estremo interesse per gli astronomi, perché molti elementi chimici presenti anche oggi sulla Terra sono stati forgiati miliardi di anni fa durante questi eventi cataclismici. I gusci in espansione dei resti di supernova si uniscono ad altro materiale presente nelle galassie e possono servire per una nuova generazione di stelle e pianeti.

Barbara Bubbi

https://www.spacetelescope.org/images/heic0712a/

Credit: NASA, ESA, and the Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/Hubble Collaboration

[amazon_link asins=’8845929256,8817079758,B01AXFNOWC,8843088033,8820061066,8817015083,8842074322,8822068505,8860306167,8811505402′ template=’ProductCarousel’ store=’universoast03-21′ marketplace=’IT’ link_id=’6673cb75-1e28-11e8-8dff-d97b57b3abca’]