14 Mar 2018 Il Cuore Pulsante del Granchio
Una nuova, straordinaria immagine rivela il cuore pulsante di uno dei più fantastici e studiati resti di supernova conosciuti, la Nebulosa del Granchio. Al centro di questa intricata nube il nucleo rotante del residuo di una morte stellare anima e illumina il gas che lo circonda. La ripresa comprende osservazioni dei telescopi Hubble (in viola), Chandra (in blu e bianco) e Spitzer (in rosa).
La Nebulosa del Granchio deriva dall’atto finale della vita di una stella massiccia: un’esplosione di supernova, osservata, tra gli altri, da astronomi Cinesi nel 1054. Al centro è annidata una stella di neutroni ultra-densa, una pulsar che compie una rotazione in 33 millisecondi, e, come un faro rotante, espelle fasci di radiazioni in opposte direzioni.
Nel 2019 ricorrerà il ventesimo anniversario del lancio dell’osservatorio a raggi X Chandra della NASA. Il Granchio è uno dei primi oggetti immortalati da Chandra e da allora è diventato oggetto di molteplici osservazioni in varie frequenze dello spettro elettromagnetico. Questa attenzione costante, oltre al fatto di conoscere la data esatta dell’esplosione osservata dalla Terra, permette agli astronomi di comprendere meglio le dinamiche e le evoluzioni dell’esplosione stessa.
Al centro della Nebulosa del Granchio, situata a circa 6500 anni luce di distanza nella costellazione del Toro, si trova ciò che resta del nucleo della stella originale, ora uno strano ed esotico oggetto conosciuto come stella di neutroni. Una stella di neutroni è estremamente densa e compatta, ha circa la stessa massa del Sole, ma compressa in una sfera di soltanto poche decine di chilometri di diametro. La stella di neutroni al centro del Granchio ruota incredibilmente veloce e vanta un fortissimo campo magnetico. La combinazione di questi fattori genera nella nebulosa un intenso campo magnetico che crea getti di materia e antimateria dai poli della pulsar, mentre un furioso vento stellare impazza lungo il piano equatoriale. La regione intorno ad una pulsar è una zona di processi fisici estremi e violenti e la forma intricata della nube è causata da un complesso gioco di interazioni tra il vento di particelle in movimento veloce e il materiale espulso originariamente dall’esplosione di supernova e dalla stella stessa prima dell’esplosione.
L’estensione della ripresa in banda X è inferiore rispetto alle altre perché gli elettroni estremamente energetici che emettono radiazione X irradiano via la loro energia più velocemente rispetto agli elettroni a energia inferiore che emettono luce ottica e infrarossa. La Nebulosa del Granchio deriva il suo nome dalla forma in un disegno realizzato dall’astronomo irlandese Lord Rosse nel 1844, ma osservata dai grandi telescopi sfoggia il suo aspetto sorprendente con eccezionale dettaglio, rivelando fondamentali indizi sulla spettacolare fine di una stella.
[ Barbara Bubbi ]
Credit X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: NASA/STScI; Infrared: NASA-JPL-Caltech