Lo spettrale bagliore di una stella morta

Lo spettrale bagliore di una stella morta

Ecco il misterioso e spettrale bagliore di una stella morta, esplosa come supernova molto tempo fa, rivelato in questa immagine della Nebulosa del Granchio (Crab Nebula), ripresa dal telescopio Hubble e presentata in questa affascinante tonalità verdastra. Ma non lasciatevi ingannare. L’oggetto dall’aspetto tenebroso pulsa ancora: al suo centro si trova il cuore della stella, che batte con precisione ritmica.

Il “cuore” è il nucleo residuo di una stella esplosa, una stella di neutroni che ha circa la stessa massa del Sole, ma compressa in una sfera ultra-densa del diametro di pochi chilometri: è l’oggetto brillante vicino al centro dell’immagine.

Questo fantasma di un astro defunto, un resto sopravvissuto, è in rotazione all’incredibile velocità di 30 volte al secondo e produce un intenso campo magnetico, che genera una corrente di mille miliardi di Volt. L’energetica attività scatena onde e fronti d’urto che formano un anello in espansione, visibile nella parte superiore destra della pulsar. Il caldo gas della nebulosa brilla in tutto lo spettro elettromagnetico, dalle onde radio ai raggi X.

La Nebulosa del Granchio è uno dei resti di supernova più storici e meglio studiati. Osservazioni della nebulosa risalgono al 1054 d. C., quando gli astronomi cinesi la registrarono per la prima volta come “stella ospite”, visibile anche durante il giorno. La presenza della misteriosa stella è stata registrata all’epoca anche da osservatori giapponesi, arabi e nativi americani.

Nel 1758, mentre era in cerca di comete, l’astronomo Charles Messier scoprì una nebulosa vicino alla posizione della supernova ormai svanita e in seguito aggiunse questo oggetto al suo famoso catalogo con la sigla Messier 1, segnalandola come “falsa cometa”. Quasi un secolo dopo l’astronomo britannico William Parsons disegnò la nebulosa, e la sembianza simile ad un crostaceo fece sì che M1 prendesse il nome di Nebulosa del Granchio. Nel 1928 Edwin Hubble propose per la prima volta la correlazione fra la nebulosa e la famosa “stella ospite” osservata dai Cinesi.

La spettrale nebulosa si trova a circa 6500 anni luce di distanza, nella costellazione del Toro.

http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/a-dead-stars-ghostly-glow

Credits: NASA and ESA