Paesaggio Artistico nella Nebulosa di Orione

Paesaggio Artistico nella Nebulosa di Orione

Polveri e gas interstellari creano in questa immagine ripresa dal telescopio Hubble un panorama cosmico simile a un dipinto. La scena pittorica dalle tinte variegate è generata da processi caotici di formazione stellare in una zona ai bordi della celebre Nebulosa di Orione. Protagonista dello spettacolo è una stella appena nata, IX Ori, situata a oltre un migliaio di anni luce da noi e ancora annidata all’interno delle dense nubi molecolari da cui si è formata.

Le protostelle come questa sono circondate da spessi dischi di gas e polveri, che si formano quando il materiale della nube circostante viene attratto gravitazionalmente. Spiraleggiando verso il centro, questa materia nebulare va ad accrescere progressivamente la massa della stella. Come conseguenza di questo processo e per effetto di intensi campi magnetici, l’astro neonato in rapida rotazione espelle stretti getti di plasma che si dipartono dai suoi poli in opposte direzioni. Viaggiando nello spazio interstellare ad alta velocità, gli energetici deflussi collidono con le fredde nubi di gas e polveri che li circondano, provocando la formazione di immensi fronti d’urto. I getti rappresentano solo una piccola frazione della massa stellare, ma sono molto energetici e caldi, con temperature che possono raggiungere i 12.000 gradi Celsius.

Da questi fenomeni violenti derivano suggestive strutture note come Oggetti di Herbig–Haro, insiemi di addensamenti gassosi e filamenti brillanti che si creano quando il gas interstellare viene riscaldato e illuminato dai deflussi stellari iperveloci. L’immagine di Hubble inquadra in particolare l’Oggetto di Herbig–Haro HH 505. L’effetto dei getti stellari è ben evidenziato dalla presenza di onde d’urto nel gas nebulare: sono le delicate strutture incurvate in alto e in basso, distorte in forme sinuose a causa dell’interazione con il profluvio di gas e polveri su vasta scala proveniente dalle zone centrali della Nebulosa di Orione.

L’intensa radiazione ultravioletta emessa dalle stelle giganti nel cuore di questa vasta nebulosa scolpisce e fa brillare il gas, illuminandolo di colore e rendendolo osservabile da parte dell’Advanced Camera for Surveys (ACS) a bordo di Hubble. In questo modo gli astronomi possono studiare i getti iperveloci espulsi da protostelle e la loro interazione con flussi di gas e polveri su vasta scala che attraversano lo spazio a velocità inferiore. La Nebulosa di Orione è percorsa da intensa radiazione ultravioletta emessa da giovani stelle massicce. La capacità del telescopio Hubble di catturare luce ultravioletta permette agli astronomi di osservare direttamente questi flussi ad alta energia.

Gli Oggetti di Herbig–Haro sono fenomeni temporanei ed effimeri, destinati a scomparire nel giro di qualche decina di migliaia di anni. In aggiunta, sono assai mutevoli, cambiando aspetto nel giro di qualche anno: le osservazioni dei telescopi effettuate a distanza di poco tempo ci permettono di studiare le interazioni complesse tra le giovani stelle e il materiale nello spazio circostante. Questo fantastico insieme di polveri e gas intrecciati in una danza vorticosa, brillante di accesi colori, non è soltanto una meraviglia da osservare, ma anche un laboratorio naturale da cui trarre informazioni fondamentali sulla nascita e sull’evoluzione delle stelle.

Credit: ESA/Hubble & NASA, J. Bally, M. H. Özsaraç

https://esahubble.org/images/potw2232a/