Penetrando nei Luoghi in cui Nascono le Stelle

Penetrando nei Luoghi in cui Nascono le Stelle

Grazie a nuove osservazioni in banda radio e analisi di dati nell’infrarosso, gli astronomi sono penetrati con lo sguardo al di là delle dense cortine di polveri in una massiccia regione di formazione stellare della Via Lattea, per svelare i processi alla base della nascita delle stelle.

“La zona oggetto di indagine si trova alle spalle di una nube di gas e polveri non lontana da noi”, spiega Charles Kerton dell’Iowa State University, tra i membri del team. “La densa nube blocca la luce visibile, quindi dobbiamo utilizzare osservazioni nell’infrarosso o in banda radio per studiare il suo interno”. La regione della Via Lattea in esame, chiamata CTB 102, si trova ad una distanza di circa 14.000 anni luce dalla Terra. La nube molecolare è per lo più composta da idrogeno, ionizzato dalla radiazione ultravioletta emessa dalle calde stelle: si tratta infatti di una regione HII, difficile da studiare, a causa della grande quantità di gas e polveri che si interpongono alla vista.

In uno studio in via di pubblicazione su Astrophysical Journal, guidato da Sung-ju Kang del Korea Astronomy and Space Science Institute e da Brandon Marshall dell’University of Nebraska, gli astronomi descrivono i primi risultati delle analisi di una nuova mappa ad alta risoluzione della regione. Al contrario di quanto comunemente si può pensare, la formazione stellare è un processo molto inefficiente; la maggior parte degli ingredienti per creare le stelle vanno sprecati, via via che si disperde la nube di gas e polveri da cui possono formarsi. Tale dispersione viene ulteriormente accelerata dalla presenza di stelle neonate che soffiano venti ad alta velocità in grado di spazzare il gas verso l’esterno.

L’immagine ripresa dal radiotelescopio mostra la gigantesca regione di formazione stellare. Gli ovali identificano le principali zone della nube molecolare, inclusa la piccola regione 1a, particolarmente efficiente nel formare stelle Image courtesy of Charles Kerton

Il team ha utilizzato un radiotelescopio al Taeduk Radio Astronomy Observatory in Sud Corea per rilevare la presenza di monossido di carbonio nelle nubi molecolari della regione, e per indagare sulla massa e sulla struttura del materiale nel mezzo interstellare. In seguito hanno confrontato le loro osservazioni con dati nell’infrarosso del telescopio WISE e della Two Micron All Sky Survey. I dati in banda radio hanno permesso di descrivere la struttura fisica e le caratteristiche delle nubi molecolari mappate, estese circa 180 anni luce e con massa equivalente a 100.000 masse solari. I dati nell’infrarosso hanno consentito di individuare i giovani oggetti stellari all’interno delle nubi.

Combinando le osservazioni, il team è stato in grado di analizzare l’efficienza della formazione stellare all’interno della regione galattica. Secondo i ricercatori l’efficienza della formazione stellare nell’intera regione CTB 102 è tra il 5 e il 10 percento, simile a quella di altre nube molecolari giganti nella galassia. Ma il team ha scoperto una sub-regione delle nubi con un’efficienza di formazione stellare tra il 17 e il 37 percento, un valore molto elevato rispetto alla dimensione della regione stessa. La conclusione dei ricercatori è che la zona sia luogo di nascita di un ammasso massiccio di giovane stelle, ancora avvolte nella nube molecolare, sebbene non sia ancora chiaro il motivo per cui quasi tutta la formazione stellare si concentri in quella particolare sub-regione, una vera fucina di nuove stelle.

Nell’immagine la regione di formazione stellare CTB 102 ripresa nell’infrarosso dal telescopio Spitzer (in verde e rosso) e dalla Two Micron All Sky Survey (2MASS, in blu).
Credit NASA/JPL-Caltech/2MASS/B. Whitney (SSI/University of Wisconsin)

https://www.news.iastate.edu/news/2019/04/15/firstlook