Il Bagliore di una Nube Osservata da WISE

Il Bagliore di una Nube Osservata da WISE

 

Alcune nebulose hanno nomi accattivanti per evidenziare caratteristiche del loro aspetto o la loro bellezza insolita, come la Nebulosa Rosetta ad esempio, mentre altre mantengono solo il nome ufficiale. È questo il caso di LBN 114.55+00.22, visibile in questa strepitosa immagine del telescopio WISE, così chiamata dal nome dell’astronomo Beverly T. Lynds che pubblicò un catalogo di nebulose brillanti nel 1965: LBN sta infatti per Lynds Bright Nebula, mentre il numero 114.55+00.22 si riferisce alle coordinate della nube nella nostra galassia, come una sorta di indirizzo galattico.

Gli astronomi classificano LBN 114.55+00.22 come nebulosa a emissione, una nube interstellare di gas ionizzato dalla radiazione energetica di giovani stelle massicce presenti nelle vicinanze. Queste nebulose sono chiamate anche regioni HII, termine che indica l’idrogeno ionizzato. Le zone attive di formazione stellare si trovano sempre in corrispondenza di questo tipo di oggetti nebulosi.

Nel caso di LBN 114.55+00.22 la polvere blocca la visione di questa nebulosa nell’ottico, ma dal momento che la polvere viene scaldata dalla luce delle giovani stelle, i rilevatori ad infrarossi di WISE possono osservare i suoi colori brillanti. Nell’angolo in basso a sinistra dell’immagine si può ammirare la brillante stella rossa IRAS 23304+6147, che si trova alla fine della sua vita. La stella formerà una nebulosa planetaria e terminerà la sua esistenza come nana bianca.

Un altro oggetto brillante nella ripresa è la stella variabile supergigante HIP 117078, visibile sopra e a destra della nebulosa. I colori utilizzati nell’immagine rappresentano specifiche lunghezze d’onda della luce infrarossa. Blu e ciano mostrano la luce a 3.4 e 4.6 micron, in prevalenza luce stellare, mentre verde e rosso rappresentano la luce a 12 e 22 micron, in gran parte emessa dalla polvere.
[ Barbara Bubbi ]

https://archive.org/details/482848main_pia13127

Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA