La Nebulosa del Granchio rivelata da grandi telescopi

La Nebulosa del Granchio rivelata da grandi telescopi

Combinando dati ottenuti da grandi telescopi, il Very Large Array (VLA) nella banda radio, l’Osservatorio Chandra in banda X, il telescopio Hubble in luce visibile, il telescopio Spitzer nell’infrarosso e il telescopio spaziale XMM-Newton dell’ESA, gli astronomi hanno realizzato un’immagine straordinariamente dettagliata della Nebulosa del Granchio.

Questa nube spettacolare, uno degli oggetti più studiati nella storia dell’astronomia, deriva dall’atto finale nella vita di una stella massiccia: un’esplosione di supernova, osservata, tra gli altri, da astronomi Cinesi nel 1054. Al centro è annidata una stella di neutroni ultra-densa, una pulsar che compie una rotazione in 33 millisecondi, e, come un faro rotante, espelle fasci di radiazioni in opposte direzioni.

La forma intricata della nebulosa è causata da un complesso gioco di interazioni tra il vento di particelle in movimento veloce proveniente dalla pulsar e il materiale espulso originariamente dall’esplosione di supernova e dalla stella stessa prima dell’esplosione. Nell’immagine le osservazioni del VLA sono in rosso, del telescopio Spitzer in giallo, del telescopio Hubble in verde, di XMM-Newton in blu e dell’Osservatorio Chandra in viola.

La Nebulosa del Granchio deriva il suo nome dalla forma in un disegno realizzato dall’astronomo irlandese Lord Rosse nel 1844, ma osservata dai grandi telescopi sfoggia il suo aspetto sorprendente con eccezionale dettaglio, rivelando fondamentali indizi sulla spettacolare fine di una stella. Si trova a circa 6500 anni luce di distanza dalla Terra nella costellazione del Toro.

http://chandra.si.edu/photo/2017/crab/

Credit X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: NASA/STScI; Infrared: NASA/JPL/Caltech; Radio: NSF/NRAO/VLA; Ultraviolet: ESA/XMM-Newton