La Rete Intessuta dalla Nebulosa Tarantola

La Rete Intessuta dalla Nebulosa Tarantola

Questa incantevole immagine basata sui dati del telescopio spaziale Spitzer inquadra la ben nota Nebulosa Tarantola, una vasta regione di formazione stellare nella Grande Nube di Magellano. La luce infrarossa può penetrare le dense cortine di gas e polveri per rivelare gli oggetti al loro interno, come stelle neonate e protostelle ancora in formazione.

“Questa regione è davvero interessante per le strutture polverose in essa presenti e la quantità di formazione stellare in atto, situazioni nelle quali le osservazioni nell’infrarosso possono scoprire molti dettagli non visibili ad altre lunghezze d’onda”, spiega Michael Werner, del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Analizzare la Nebulosa Tarantola, localizzata nella nostra piccola vicina galattica, può aiutare gli scienziati a srudiare il tasso di formazione stellare in galassie diverse dalla Via Lattea. La nuova immagine mostra la Tarantola in tre differenti lunghezze d’onda della luce infrarossa, ognuna rappresentata da un colore differente. Le regioni color magenta mostrano polveri composte da molecole organiche chiamate idrocarburi policiclici aromatici, mentre il verde evidenzia la presenza di gas particolarmente caldo. Le stelle sono rappresentate principalmente da una combinazione di verde e blu e le tonalità biancastre indicano regioni che irradiano in tutte e tre le lunghezze d’onda utilizzate.

La nebulosa ospita una regione ricca di stelle giovani e massicce, R136, in cui nascono grandi stelle estremamente vicine tra loro ad un tasso molto più elevato rispetto al resto della galassia. Nel cuore di R136, entro un’area con estensione inferiore a un anno luce, risplendono oltre una quarantina di stelle massicce, ognuna con massa almeno 50 volte quella solare. Basti pensare che, al contrario, entro un anno luce dal Sole non brillano altre stelle. Regioni starburst di questo tipo, con elevato tasso di massiccia formazione stellare, sono state individuate in altre galassie, ma non è ancora chiaro come vengano a crearsi.

Alle periferie della Nebulosa Tarantola è possibile individuare uno dei più famosi resti di supernova, derivante dall’esplosione di una stella massiccia osservata come luce brillante in cielo nel 1987. L’onda d’urto derivante dalla cataclismica detonazione continua a procedere nello spazio, incontrando materiale espulso dalla stella durante le sue fasi finali. Quando il fronte d’urto collide con le polveri interstellari, queste vengono riscaldate e iniziano a irradiare in luce infrarossa. Nel 2019 gli astronomi hanno utilizzato le osservazioni di Spitzer per monitorare i cambiamenti di luminosità del resto di supernova 1987A e monitorare i suoi effetti sull’ambiente circostante.

Image credit: NASA/JPL-Caltech

https://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2020-017