08 Gen 2020 SOFIA rivela la nascita del cigno
Nuovi dati dell’osservatorio SOFIA rivelano che la Nebulosa Cigno, nota anche come Nebulosa Omega, una delle regioni di formazione stellare più luminose e più massicce della Via Lattea, ha assunto lo splendido aspetto che oggi possiamo ammirare soltanto in tempi recenti. Varie regioni della nube si sono formate separatamente nel corso di molteplici episodi di nascita stellare.
“La nebulosa attuale trattiene in sè dei segreti che rivelano il suo passato; avevamo solo bisogno di scoprirli”, afferma Wanggi Lim, scienziato al SOFIA Science Center della NASA. Scoprire i segreti della nube, localizzata a oltre 5.000 anni luce di distanza nella Costellazione del Sagittario, non è un compito facile. Nel cuore della nebulosa risplendono oltre un centinaio tra le giovani stelle più massicce della galassia. Le stelle infanti nascono avvolte in dense cortine di nubi di gas e polveri, dove sono difficili da osservare, persino con telescopi spaziali. La camera negli infrarossi a bordo di SOFIA, chiamata FORCAST, può tuttavia penetrare queste regioni oscure.
Le immagini rivelano nove protostelle, aree in cui le nubi stanno collassando per dare alla luce nuovi astri. Il team ha ricavato l’età di differenti zone della nube, scoprendo che varie parti non si sono formate allo stesso tempo, ma nel corso di molteplici eventi di nascita stellare. La regione centrale è la più antica, popolata da stelle più evolute. In seguito si formò l’area settentrionale, mentre le zone meridionali della nube risultano le più giovani.
“Questa è la visione più dettagliata della nebulosa mai ottenuta a queste lunghezze d’onda”, spiega Jim De Buizer. “È la prima volta in cui possiamo osservare alcune delle sue stelle più giovani e massicce e possiamo iniziare davvero a comprendere come la struttura si è evoluta fino a diventare l’iconica nebulosa che possiamo ammirare oggi”. L’immagine di SOFIA mostra il gas riscaldato da stelle massicce localizzate vicino al centro in tonalità blu, mentre in verde le polveri riscaldate sia da stelle massicce già presenti che da stelle neonate. Le aree rossastre vicine al bordo rappresentano polvere fredda individuata dal telescopio spaziale Herschel, mentre il campo stellare biancastro è stato rilevato dal telescopio Spitzer.
Credits: NASA/SOFIA/De Buizer/Radomski/Lim; NASA/JPL-Caltech; ESA/Herschel
https://www.nasa.gov/feature/sofia-reveals-how-the-swan-nebula-hatched