Un Tesoro di Pianeti Neonati Annidati nelle Polveri

Un Tesoro di Pianeti Neonati Annidati nelle Polveri

Un team internazionale di astronomi ha osservato giovani stelle nella Nube Molecolare del Toro, a 450 anni luce di distanza dalla Terra. Un numero inaspettatamente alto di stelle ha rivelato la presenza di polverosi dischi circostanti, con caratteristiche che suggeriscono pianeti in formazione. Lo studio è pubblicato su The Astrophysical Journal.

Oltre 4,6 miliardi di anni fa il nostro Sistema Solare era un vortice rotante di gas e polveri attorno al Sole neonato. Nelle prime fasi questo disco protoplanetario non aveva caratteristiche distinguibili, ma ben presto parte della nube si assensò in grumi di materia, i futuri pianeti, che iniziarono a raccogliere altro materiale, accrescendosi e scavando anelli e lacune nel disco da cui si erano formati. Utilizzando l’Atacama Large Millimeter Array, ALMA, nel deserto Cileno, il team ha realizzato una campagna osservativa di giovani stelle nella regione di formazione stellare del Toro, una vasta nube di gas e polveri culla di protostelle. Immortalando 32 stelle circondate da dischi protoplanetari, gli scienziati hanno scoperto che 12 di queste, il 40 percento, presentavano anelli e lacune, strutture che possono essere spiegate con la presenza di pianeti nascenti.

Immagine dei alcuni dei dischi protoplanetari Credit: Feng Long

Lo studio presenta i risultati della prima survey in cui i dischi oggetto di indagine sono stati selezionati indipendentemente dalla loro luminosità. “Gran parte delle osservazioni precedenti avevano come obiettivo la rilevazione della presenza di pianeti molto massicci, che sappiamo essere rari, e che avevano scavato grandi cavità in dischi brillanti”, spiega Paola Pinilla dell’University of Arizona, tra gli autori dello studio. “Anche se è stata dedotta la presenza di pianeti in alcuni di questi dischi, poco si è appreso relativamente ai dischi meno luminosi”. Il team ha misurato le proprietà di anelli e lacune osservate con ALMA e ha analizzato i dati per valutare possibili meccanismi alternativi per la creazione delle strutture e variazioni nei dischi. I risultati suggeriscono la presenza di esopianeti neonati come causa più probabile delle formazioni osservate.

Dal momento che osservare direttamente i singoli pianeti è impossibile per la luminosità sovrastante della loro stella, il team ha realizzato calcoli complessi per capire di quale tipo di pianeti potesse trattarsi. Secondo lo studio i più comuni dovrebbero essere mondi alieni di dimensione simile a Nettuno o Super-Terre, pianeti di tipo roccioso con massa fino a 20 masse terrestri. Soltanto due tra i dischi osservati potrebbero ospitare massicci pianeti di tipo gioviano. “I nostri risultati costituiscono un entusiasmante passo avanti nella comprensione di questa fase fondamentale della nascita dei pianeti”, conclude Feng Long della Peking University a Bejing, China.
[ Barbara ]

Nell’immagine una parte della nube Molecolare del Toro osservata nel submillimetrico dal telescopio APEX. I dati rivelano il bagliore dei grani di polveri, mostrati in arancio e si sovrappongono a una ripresa della regione in luce visibile. La stella brillante è φ Tauri.
Credit: ESO/APEX (MPIfR/ESO/OSO)/A. Hacar et al./Digitized Sky Survey 2

https://eurekalert.org/pub_releases/2018-12/uoa-utt120618.php