Quattro Giganti e Una Baby-Stella

Quattro Giganti e Una Baby-Stella

Gli astronomi hanno individuato quattro pianeti della stazza di Giove e Saturno in orbita attorno a una stella molto giovane. Il pianeta più esterno è oltre un migliaio di volte più lontano dalla stella rispetto a quello interno. La scoperta, pubblicata su Astrophysical Journal Letters, pone interessanti quesiti sui processi che hanno portato alla formazione di un sistema così particolare.

La stella, chiamata CI Tau e situata a circa 500 anni luce di distanza da noi, ha appena due milioni di anni di età ed è circondata da un enorme disco di gas e polveri, luogo di formazione di eventuali pianeti. Era già nota agli astronomi perchè ospita il primo gioviano caldo ad essere stato scoperto attorno a una stella così giovane. La formazione dei gioviani caldi, pianeti simili a Giove in orbita molto ravvicinata alla loro stella, costituisce da tempo una questione da risolvere per gli astronomi: si ritiene che siano troppo vicini alla loro stella madre per essersi formati in situ.

Ora un team di ricercatori dell’University of Cambridge ha utilizzato l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) per cercare eventuali compagni planetari del giovane gigante gassoso. Le immagini hanno rivelato tre lacune distinte nel disco, che, secondo i modelli teorici, sono dovute molto probabilmente alla presenza di altri tre pianeti giganti. I quattro mondi alieni presentano orbite assai differenti: il più vicino (il gioviano caldo) si trova ad una distanza dalla stella equivalente a quella di Mercurio dal Sole, mentre il più lontano ad una distanza oltre tre volte superiore a quella di Nettuno dal Sole. I due pianeti esterni hanno massa simile a quella di Saturno, mentre i due più interni hanno massa tra uno e dieci volte quella di Giove.

Circa l’1 percento delle stelle ospita gioviani caldi, ma gran parte di questi pianeti sono centinaia di volte più vecchi di CI Tau. “Attualmente è impossibile dire se l’architettura planetaria estrema visibile in CI Tau sia comune nei sistemi con gioviani caldi perché il modo in cui questi compagni planetari vengono individuati, cioè grazie al loro effetto sul disco protoplanetario, non funziona in sistemi più vecchi che hanno già dissipato il disco”, spiega Cathie Clarke, a guida dello studio. Non è chiaro se i pianeti compagni abbiano giocato un ruolo nel portare il pianeta più interno a percorrere un’orbita così ravvicinata, e neppure il processo alla base della formazione dei due pianeti esterni. “Si ritiene che i pianeti con massa simile a Saturno si formino accumulando un nucleo solido e in seguito acquisendo uno strato di gas, ma questi processi dovrebbero avvenire molto lentamente a così grandi distanze dalla stella. Molti modelli avranno difficoltà a spiegare la formazione di pianeti con questa massa a questa distanza”.
[ Barbara Bubbi ]

Credit: University of Cambridge

https://phys.org/news/2018-10-giant-planets-young-star.html