05 Set 2018 Gli Albori di un Sistema Planetario
Gli astronomi dell’Università di Tokyo hanno scoperto un disco di materiale che potrebbe rivelarsi il precursore di un vero e proprio disco protoplanetario circostante a una baby-stella situata a 47 anni luce dalla Terra. Lo studio potrebbe contribuire a una migliore comprensione dei processi di formazione del Sistema Solare.
La stella oggetto della ricerca è giovanissima, relativamente fredda e porta il nome poco attraente di IRAS 15398-3359. Data la sua giovane età, è ancora avvolta nella culla di gas e polveri in cui si è formata e la sua debole luce non riesce a raggiungerci. Il Professor Yoko Oya e i suoi collaboratori hanno utilizzato nel 2013 il telescopio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) per osservare la stella a lunghezze d’onda submillimetriche, in grado di penetrare le fitte cortine di polveri per indagare sui processi in atto al loro interno. Un’analisi attenta dei dati ha rivelato interessanti strutture nebulari, nonostante le difficoltà riscontrate nella comprensione delle immagini.
“La più grande sfida accademica che io abbia affrontato è stata quella di cercare di interpretare le immagini sgranate. È estremamente difficile capire esattamente cosa si stia osservando”, spiega la studentessa Yuki Okoda, che ha preso in esame i dati. Il modello prodotto dalla ricercatrice ha sorpreso i colleghi, in quanto i risultati combaciavano perfettamente con i dati osservativi a disposizione, descrivendo un denso disco di gas e polveri nella nube circostante la stella, mai osservato in precedenza in un astro così giovane.
Questo disco potrebbe essere il precursore di un vero disco protoplanetario, che solitamente è molto più denso, e da cui potrebbero nascere pianeti in orbita attorno alla stella. “Non possiamo essere certi che questo particolare disco formerà un nuovo sistema planetario”, spiega Oya. “La nube di polveri potrebbe essere spinta via dai venti stellari, o potrebbe ricadere nella stella stessa, alimentando la sua fame di crescita. È straordinaria la velocità a cui questo processo potrebbe avvenire”. La stella attualmente ha una massa attorno allo 0,7 percento di quella solare e potrebbe crescere fino al 20 percento in poche decine di migliaia di anni, un battito di ciglia in termini astronomici.
“Mi auguro che le osservazioni e i modelli che abbiamo sviluppato ci permetteranno di aumentare le nostre conoscenze sulla formazione del Sistema Solare. I miei interessi di ricerca riguardano giovani oggetti protostellari, e la possibilità che i dischi protoplanetari si formino prima di quanto previsto dalla teoria è davvero entusiasmante per me”, conclude Okoda.
[ Barbara Bubbi ]
Nell’immagine rappresentazione artistica della nascita di un sistema planetario
Image credit: NASA/JPL-Caltech
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