Tutta la Luce del Cosmo

Tutta la Luce del Cosmo

Anche se la visione umana è limitata a uno specifico range di lunghezze d’onda, questo non significa che non possiamo comprendere la complessità e molteplicità della radiazione emessa nel nostro Universo. Telescopi che osservano in varie, differenti lunghezze d’onda possono indagare sul cosmo in maniere impensabili per la nostra limitata visione, mostrandoci non soltanto le dinamiche nascoste degli oggetti celesti, ma anche la loro straordinaria bellezza. Questa serie di immagini appena pubblicate dall’Osservatorio Chandra della NASA sono un esempio perfetto e combinano i dati in banda X a osservazioni realizzate con altri strumenti, per regalarci una spettacolare visione multibanda degli oggetti inquadrati.

Nell’immagine R Aquarii nei raggi X rilevati da Chandra (in viola) e nell’ottico e vicino infrarosso dal telescopio Hubble (in rosso e blu).

Da sinistra e dall’alto della ripresa:

La prima immagine riprende R Aquarii, qui visibile nei raggi X rilevati da Chandra (in viola) e nell’ottico e vicino infrarosso dal telescopio Hubble (in rosso e blu). Si tratta di una coppia di stelle impegnate in una danza violenta e mortale a circa 650 anni luce da noi. Una delle stelle è una gigante rossa, una stella variabile giunta al termine del suo ciclo vitale, che ha già perduto almeno metà del suo materiale espellendolo nello spazio. L’altra stella è una nana bianca, il nucleo esausto di una stella morta simile al Sole, che divora materiale dalla gigante rossa, accumulandolo sulla sua superficie. Questo processo drammatico porta a occasionali e violente esplosioni termonucleari che sparano via materiale nello spazio. In questo modo si creano le nubi di gas e polveri che formano la nebulosa attorno alla stella binaria e che vengono colpite da potenti onde d’urto.

Nell’immagine Cassiopeia A, un resto di supernova

La seconda immagine riprende Cassiopeia A, un resto di supernova derivante dall’esplosione di una stella massiccia, la cui luce ha raggiunto la Terra circa 340 anni fa. La ripresa rivela la distribuzione degli elementi espulsi dalla stella nello spazio in seguito all’esplosione. I dati in banda X mostrano silicio (in rosso), zolfo (in giallo), calcio (in verde) e ferro (in viola chiaro). Le osservazioni in banda radio del Very Large Array sono mostrate in viola scuro, blu e bianco, mentre i dati ottici del telescopio Hubble in arancio. Come i raggi X, le onde radio possono penetrare le spesse nubi di gas e polveri fornendo informazioni aggiuntive su questa famosa morte stellare.

La terza immagine, in alto a destra, mostra gli effetti prodotti nello spazio da una stella morta chiamata PSR B2224+65. Il color rosa mostra emissione di raggi X dai poli magnetici della pulsar, un tipo di stella di neutroni in grado di emettere fasci di radiazioni a intervalli estremamente regolari. Le pulsar sono residui iperdensi e altamente magnetizzati, in rapida rotazione, derivanti dell’esplosione di una stella massiccia.

Nell’immagine la pulsar PSR B2224+65

Questa in particolare è una pulsar in fuga nella galassia, che viaggia rapidissima dopo essere stata espulsa nello spazio a velocità di 1.600 chilometri al secondo. Questo moto veloce ha creato onde d’urto nel materiale interstellare, generando la formazione di una struttura di gas e polveri chiamata Nebulosa Chitarra, la cui emissione in banda ottica è resa in blu.

La quarta immagine riprende l’ammasso di galassie Abell 2597, evidenziando la radiazione X in blu, i dati ottici della Digitized Sky Survey in arancio e l’emissione da atomi di idrogeno catturata dal Las Campanas Observatory in rosso.

Nell’immagine l’ammasso di galassie Abell 2597

La galassia al centro dell’ammasso, distante un miliardo di anni luce da noi, ospita un buco nero supermassiccio che divora materiale circostante, generando caldi getti di plasma che si allungano nello spazio e creano bolle nel mezzo intergalattico.

L’ultima immagine, in basso a destra, inquadra NGC 4490, una galassia a spirale che si è scontrata con una galassia più piccola, al di fuori dell’immagine. Quando due galassie sono nel pieno del processo di fusione, le interazioni gravitazionali possono innescare nuove ondate di formazione stellare. Secondo gli scienziati queste due galassie si sono già avvicinate tra loro in passato e ora si stanno separando l’una dall’altra. Alcune delle sorgenti puntiformi di radiazione X rappresentano buchi neri di massa stellare e stelle di neutroni nella galassia. In questa immagine i dati in banda X rilevati da Chandra sono resi in viola, mentre i dati ottici del telescopio Hubble in rosso, verde e blu.

Credit: X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: NASA/STScI, Palomar Observatory, DSS; Radio: NSF/NRAO/VLA; H-Alpha: LCO/IMACS/MMTF

https://www.sciencealert.com/awe-inspiring-new-chandra-images-reveal-the-complexity-of-the-x-ray-cosmos

https://chandra.si.edu/photo/2022/archives/