Farfarout: l’Oggetto più Distante dal Sole

Farfarout: l’Oggetto più Distante dal Sole

Un team di astronomi ha confermato l’esistenza e perfezionato lo studio dell’orbita di un planetoide quasi quattro volte più lontano dal Sole rispetto a Plutone. Farfarout si rivela l’oggetto più distante mai osservato nel Sistema Solare.

Il nome Farfarout è stato assegnato al corpo celeste per distinguerlo dal precedente detentore del record di distanza, Farout (dall’inglese far out, molto lontano, 2018 VG18), scoperto dagli stessi ricercatori nel 2018. Il team di astronomi include David Tholen dell’University of Hawaii, Scott S. Sheppard del Carnegie Institution for Science e Chad Trujillo della Northern Arizona University. Farout, il primo oggetto individuato ad una distanza superiore a 100 volte quella tra la Terra e il Sole, si trova a circa 120 unità astronomiche (ua) dalla nostra stella. Ma l’attuale distanza dal Sole di Farfarout è di ben 132 ua. Il terzo oggetto più distante osservato nel Sistema Solare è Eris, a 97 unità astronomiche, mentre Plutone si trova ad “appena” 34 ua dal Sole. Farfarout percorre un’orbita molto allungata, trovandosi a ben 175 ua dal Sole alla massima distanza, ma arrivando fino a circa 27 au di distanza, all’interno dell’orbita di Nettuno, quando raggiunge il punto più vicino al Sole.

Credit: Roberto Molar Candanosa, Scott S. Sheppard from Carnegie Institution for Science, and Brooks Bays from University of Hawaiʻi.

Il Minor Planet Center ha assegnato all’oggetto la designazione ufficiale di 2018 AG37. Farfarout impiega un migliaio di anni per percorrere il suo viaggio attorno al Sole, attraversando l’orbita di Nettuno ad ogni giro. Questo implica che l’oggetto abbia sperimentato forti interazioni gravitazionali con il pianeta gigante nel corso della storia del Sistema Solare, acquisendo di conseguenza un’orbita così allungata. “Una singola orbita di Farfarout attorno al Sole dura un millenio”, spiega Tholen. “A causa di questo lungo periodo orbitale, l’oggetto si sposta molto lentamente attraverso il cielo, motivo per cui sono necessari vari anni di osservazioni per determinare con precisione la sua traiettoria”.

Farfarout è stato scoperto dal telescopio Subaru sul Maunakea, Hawaii, ed è stato osservato successivamente con i telescopi Gemini North e Magellano, al fine di determinare la sua orbita sulla base dei suoi lenti spostamenti in cielo. Farfarout è molto fioco e potrebbe avere una dimensione di circa 400 km, stimata sulla base della sua luminosità e distanza dal Sole, ipotizzando che sia un oggetto ricco di ghiaccio. Una simile estensione lo pone al limite inferiore della dimensione stimata di un pianeta nano.

“La scoperta di Farfarout dimostra la nostra crescente abilità di mappare il Sistema Solare esterno e di osservare sempre più lontano verso i confini del nostro sistema”, afferma Sheppard. “Soltanto grazie ai progressi degli ultimi anni nelle potenti camere digitali montate sui grandi telescopi è stato possibile scoprire in modo efficace oggetti molto distanti come Farfarout. Anche se alcuni di questi oggetti sono piuttosto grandi, con dimensioni simili a quelle dei pianeti nani, sono molto deboli, a causa della loro estrema distanza dal Sole. Farfarout rappresenta solo la punta dell’iceberg degli oggetti che potrebbero annidarsi nel Sistema Solare remoto”.

Dal momento che Nettuno interagisce gravitazionalmente con Farfarout, l’orbita e il moto dell’oggetto non possono essere utilizzati per indagare sull’eventuale presenza di un pianeta massiccio ancora sconosciuto ai confini del Sistema Solare: le interazioni con Nettuno dominano infatti le dinamiche di  Farfarout. Eventuali segni dell’influenza gravitazionale dell’ipotetico Pianeta Nove possono essere individuati solo in oggetti che non interagiscono con Nettuno, come Sedna e 2012 VP113, che, anche se attualmente più vicini al Sole rispetto a Farfarout, non si avvicinano mai sufficientemente al pianeta gigante da esserne influenzati.

“Le dinamiche orbitali di Farfarout possono aiutarci a comprendere la formazione e l’evoluzione di Nettuno, dal momento che probabilmente l’oggetto è stato scagliato alle periferie estreme del Sistema Solare a causa del suo avvicinamento a Nettuno in un lontano passato”, conclude Trujillo. “Farfarout interagirà ancora con Nettuno, dal momento che le loro orbite continuano a intersecarsi”.

Nell’immagine rappresentazione artistica di un oggetto transnettuniano
Illustration by Roberto Molar Candanosa, courtesy of the Carnegie Institution for Science

https://www.hawaii.edu/news/2021/02/10/most-distant-planetoid-confirmed/