11 Dic 2018 OSIRIS-REx Scopre Acqua su Bennu
Le analisi dei dati della sonda OSIRIS-REx della NASA hanno rivelato la presenza di acqua nelle argille diffuse sulla superficie dell’obiettivo scientifico della missione, l’asteroide Bennu. Per tutta la fase di avvicinamento all’asteroide il team scientifico ha diretto verso Bennu tre strumenti della sonda spaziale, iniziando a realizzare le prime osservazioni scientifiche. I dati dei due spettrometri a bordo della sonda, OSIRIS-REx Visible and Infrared Spectrometer (OVIRS) e OSIRIS-REx Thermal Emission Spectrometer (OTES), rivelano la presenza di molecole contenenti atomi di ossigeno e idrogeno legati insieme, gruppi idrossili. Secondo il team tali molecole sono globalmente presenti nell’asteroide imprigionati in minerali argillosi portatori d’acqua, il che implica che ad un certo punto della sua storia il materiale roccioso di Bennu abbia interagito con l’acqua. Anche se la roccia spaziale è troppo piccola per aver ospitato acqua in superficie, la scoperta indica che fosse presente acqua liquida sull’oggetto progenitore di Bennu, un asteroide molto più grande.
“La presenza di minerali idrati sull’asteroide conferma che Bennu, un residuo dei primi periodi di formazione del Sistema Solare, sia un esemplare eccellente per la missione OSIRIS-REx, che si propone di studiare la composizione dei materiali volatili e organici primitivi”, spiega Amy Simon del Goddard Space Flight Center a Greenbelt, Maryland. “Quando campioni di questo materiale arriveranno sulla Terra nel 2023 grazie alla missione, gli scienziati riceveranno un vero tesoro di nuove informazioni sulla storia e sull’evoluzione del Sistema Solare”.
I dati ottenuti dall’OSIRIS-REx Camera Suite (OCAMS) confermano osservazioni precedenti e il modello originale dell’asteroide sviluppato nel 2013, che prevedeva forma e dimensione di Bennu, una roccia spaziale ricca di carbonio che potrebbe contenere materiali organici e precursori della vita, il cui diametro è di circa 500 metri. Una differenza fondamentale osservata rispetto al modello previsto è la dimensione del grande masso roccioso vicino al polo meridionale di Bennu. I modelli avevano calcolato che tale macigno fosse alto circa 10 metri, mentre i calcoli basati sulle ultime osservazioni dimostrano che è alto ben 50 metri, con un’ampiezza di circa 55 metri.
Il materiale superficiale di Bennu è un insieme di regioni molto rocciose, ricche di massi, e qualche regione relativamente liscia, priva di rocce. Tuttavia la quantità di massi rocciosi presenti in superficie è superiore al previsto. Il team intende realizzare ulteriori osservazioni accurate per decidere il luogo sull’asteroide da cui prelevare un campione di roccia da riportare sulla Terra. Attualmente la missione sta realizzando una survey preliminare dell’asteroide, dirigendo la sonda in passaggi al di sopra di Bennu fino a 7 km di distanza per meglio determinare la massa dell’oggetto. Il primo inserimento orbitale è previsto per il 31 Dicembre, e OSIRIS-REx rimarrà in orbita attorno a Bennu fino a metà Febbraio 2019, quando inizierà un’altra serie di passaggi ravvicinati in vista della fase successiva di osservazioni. Durante la prima fase orbitale, la sonda orbiterà attorno alla roccia spaziale ad una distanza da record, tra 1,4 e 2 chilometri dal suo centro.
“I nostri dati iniziali dimostrano che il team ha scelto l’asteroide giusto come obiettivo per la missione. Non abbiamo individuato finora alcun problema insormontabile”, afferma Dante Lauretta, principal investigator di OSIRIS-REx dell’University of Arizona. “La sonda è in buona salute e gli strumenti scientifici stanno lavorando meglio del previsto. È tempo che la nostra avventura abbia inizio”.
Credits: NASA/Goddard/University of Arizona