Bennu Ruota Sempre più Veloce

Bennu Ruota Sempre più Veloce

Un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters dimostra che la velocità di rotazione del remoto asteroide Bennu, obiettivo della missione OSIRIS-REx della NASA, aumenta nel corso del tempo. La scoperta può contribuire a una migliore comprensione dell’evoluzione degli asterodi.

Bennu si trova a circa 110 milioni di chilometri dalla Terra, si muove nello spazio ad una velocità di circa 101.000 chilometri all’ora, e compie una rotazione completa ogni 4,3 ore. I ricercatori hanno scoperto che il periodo di rotazione dell’asteroide sta diminuendo di circa un secondo al secolo. In altre parole, la roccia spaziale rotolerà sempre più velocemente in futuro. Anche se non sembra un dato poi così sostanziale, in realtà questo fenomeno può tradursi in cambiamenti drammatici per Bennu su lunghi periodi di tempo. Secondo gli autori dello studio, man mano che un asteroide ruota sempre più rapidamente, nel giro di milioni di anni può arrivare a “perdere pezzi” o addirittura ad autodistruggersi. Studiare le variazioni nella rotazione di Bennu può aiutare gli scienziati a capire meglio l’origine del Sistema Solare, l’evoluzione degli asteroidi e la probabilità che un asteroide possa minacciare in futuro il nostro pianeta.

Per studiare la rotazione della roccia spaziale gli scienziati hanno analizzato dati ottenuti grazie osservazioni di telescopi terrestri nel 1999 e nel 2005 e del telscopio Hubble nel 2012. Quando i ricercatori hanno confrontato i dati di Hubble con quelli precedenti, hanno notato che la velocità di rotazione nel 2012 non corrispondeva a quella prevista. I cambiamenti nella rotazione di Bennu potrebbero essere dovuti a modificazioni nella sua forma, proprio come avviene per i pattinatori su ghiaccio, che ruotano più velocemente raccogliendo le braccia al corpo.

Mike Nolan dell’University of Arizona, a guida dello studio, e i suoi collaboratori ritengono che l’aumento nella velocità di rotazione sia dovuta a un fenomeno noto come effetto YORP, in base al quale la variazione è indotta dalla radiazione solare. I cambiamenti nella direzione della luce solare che colpisce l’asteroide e viene riflessa nello spazio “spingono” l’asteroide, portandolo a ruotare più rapidamente o più lentamente a seconda della sua dimensione e rotazione. “Testando questi ipotesi in altri casi, potremo rafforzare significativamente la nostra fiducia nelle previsioni effettuate per altri oggetti”, afferma lo studio. Le misurazioni del tasso di accelerazione di Bennu combinate con i dati in arrivo dalla sonda OSIRIS-REx forniranno una grande opportunità per verificare i risultati dello studio e comprendere meglio l’effetto YORP, un meccanismo importante nell’evoluzione degli asteroidi.

Nell’immagine Bennu ripreso da OSIRIS-REx
CREDIT NASA/Goddard/University of Arizona

https://eurekalert.org/pub_releases/2019-03/agu-abt031219.php