Caos Planetario nel Sistema Solare Primordiale

Caos Planetario nel Sistema Solare Primordiale

Secondo gli scienziati del Southwest Research Institute un’insolita accoppiata di asteroidi, chiamati orgogliosamente Patroclo e Menezio, può rivelare indizi fondamentali sui violenti processi in atto tra i pianeti del Sistema Solare appena formato.

Le due insolite rocce spaziali sono obiettivo della futura missione Lucy della NASA, sono estese oltre 100 chilometri e in orbita una attorno all’altra. Si tratta dell’unico grande sistema binario noto nella popolazione di antichi oggetti chiamati asteroidi Troiani, due sciami che condividono più o meno la stessa distanza dal Sole di Giove, influenzati dal campo gravitazionale del gigante.

“I Troiani sono stati probabilmente catturati durante un periodo drammatico di instabilità dinamica, quando è avvenuta una battaglia tra i pianeti giganti del Sistema Solare, Giove, Saturno, Urano e Nettuno”, spiega David Nesvorny, a guida dello studio pubblicato su Nature Astronomy. Questa contesa ha spinto Urano e Nettuno verso l’esterno, dove hanno incontrato una vasta popolazione primordiale di piccoli corpi che si ritiene siano la fonte degli attuali oggetti della Fascia di Kuiper, ai confini del Sistema Solare. “Molti piccoli corpi di questa primordiale Fascia di Kuiper si sono sparsi verso l’interno e alcuni sono rimasti intrappolati come asteroidi Troiani”.

Ma quando potrebbe essere avvenuto tutto questo scompiglio? Secondo il team l’esistenza della coppia Patroclo-Menezio indica che l’instabilità dinamica tra i pianeti giganti deve essere avvenuta entro i primi 100 milioni di anni dalla nascita del Sistema Solare. Modelli recenti suggeriscono che questo tipo di asteroidi binari siano i residui dei primissimi periodi del Sistema Solare, quando coppie di piccoli corpi si formarono direttamente da una nube in fase di collasso ricca di “ciottoli”.

“Osservazioni dell’attuale Fascia di Kuiper dimostrano che le coppie come questa erano piuttosto comuni in tempi antichi”, spiega William Bottke, coautore dello studio. “Soltanto pochi tra questi oggetti accoppiati esistono attualmente all’interno dell’orbita di Nettuno. La questione è come interpretare la presenza di questi sopravvissuti”. Instabilità più tardive, come suggeriscono alcune teorie, avrebbero portato alla distruzione di queste accoppiate piuttosto fragili, a seguito di frequenti collisioni.

Il nuovo modello creato dagli autori dimostra che l’esistenza dei due asteroidi indica fortemente un’instabilita dinamica tra i pianeti giganti avvenuta in tempi primordiali. Questa ipotesi ha importanti conseguenze per lo studio dei pianeti rocciosi, in particolare per le origini dei grandi crateri da impatto su Mercurio, Luna, Marte che si formarono circa 4 miliardi di anni fa. È meno probabile che i corpi impattanti provenissero dalle regioni esterne del Sistema Solare: i crateri potrebbero essere stati causati dall’impatto di piccoli corpi residuo dei processi di formazione dei pianeti rocciosi.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine artistica la coppia di asteroidi Patroclo e Menezio
Credit: W.M. Keck Observatory/Lynette Cook

https://phys.org/news/2018-09-scientists-evidence-early-planetary-shake-up.html