30 Giu 2016 Le macchie luminose di Cerere
L’area più brillante su Cerere, che si trova nel misterioso cratere Occator, ha la più alta concentrazione di carbonati mai osservata al di fuori della Terra, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature.
“Questa è la prima volta che vediamo questo tipo di materiale in altre regioni del Sistema Solare in una simile quantità”, ha detto Maria Cristina De Sanctis, autrice dello studio e principal investigator di VIR, lo spettrometro italiano a bordo della sonda Dawn. De Sanctis è ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Roma.
Con un’età di circa 80 milioni di anni, Occator è considerato un cratere giovane. È largo 57 miglia (92 chilometri) con una depressione centrale ampia circa 6 miglia (10 chilometri). Una struttura a cupola al centro, rivestita di materiale altamente riflettente, presenta fratture radiali e concentriche.
Lo studio di De Sanctis ritiene che il minerale dominante in questa zona brillante sia il carbonato di sodio, un tipo di sale che si trova sulla Terra in ambienti idrotermali. Questo materiale sembra provenire dall’interno di Cerere, perché un impatto di asteroide non avrebbe potuto rilasciarlo. La risalita di questo materiale in superficie suggerisce che le temperature all’interno di Cerere siano più calde di quanto si credesse. L’impatto di un asteroide potrebbe aver contribuito a portare in superficie questo materiale, ma i ricercatori ritengono che un processo interno abbia giocato un ruolo importante.
Fatto ancora più intrigante, i risultati suggeriscono che l’acqua liquida possa essere stata presente sotto la superficie di Cerere in tempi geologici recenti. I sali potrebbero essere i resti di un oceano, o bacini idrici localizzati che hanno raggiunto la superficie e poi sono congelati milioni di anni fa.
“I minerali che abbiamo trovato nella zona centrale di Occator richiedono interazioni con acqua”, ha detto De Sanctis. “La presenza di carbonati sostiene l’idea che Cerere avesse un’attività idrotermale interna, che ha spinto questi materiali in superficie nel cratere”.
L’anno scorso, in uno studio pubblicato su Nature, il team di De Sanctis aveva riferito che la superficie di Cerere presenta argille contenenti ammoniaca. Dal momento che l’ammoniaca è abbondante nel Sistema Solare esterno, questo risultato aveva introdotto l’ipotesi che Cerere potesse essersi formato in prossimità dell’orbita di Nettuno e sia poi migrato verso l’interno. In alternativa, Cerere potrebbe essersi formato più vicino alla sua attuale posizione, ma con materiale arrivato dal Sistema Solare esterno. I nuovi risultati hanno rivelato inoltre la presenza di cloruro di ammonio e bicarbonato di ammonio nel cratere Occator.
“Avremo bisogno di cercare se anche altre aree luminose presenti su Cerere contengano questi carbonati”, ha detto De Sanctis. “È incredibile quanto siamo stati in grado di conoscere dell’interno di Cerere dalle osservazioni di Dawn delle proprietà chimiche e geofisiche. Ci aspettiamo ancora altre scoperte simili nell’analizzare questo tesoro di dati”, ha aggiunto Carol Raymond, ricercatrice della missione Dawn presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, in California.
http://www.nasa.gov/feature/jpl/recent-hydrothermal-activity-may-explain-ceres-brightest-area