Cerere: un Mondo Sorprendente, Geologicamente Attivo

Cerere: un Mondo Sorprendente, Geologicamente Attivo

 

Se potessimo trovarci a bordo della sonda Dawn della NASA, la superficie di Cerere ci apparirebbe piuttosto scura, ma con notevoli eccezioni: centinaia di aree brillanti ben evidenti nelle immagini inviate dalla sonda. Gli scienziati hanno proposto nuove ipotesi sui processi di formazione ed evoluzione nel tempo di queste misteriose regioni brillanti, rivelando ancora una volta che il pianeta nano è un mondo entusiasmante e geologicamente attivo.

“Le misteriose macchie brillanti su Cerere, che hanno affascinato sia il team di Dawn che il grande pubblico, rivelano evidenze di un antico oceano sotto la superficie di Cerere e indicano che, ben lontano da essere un mondo morto, il pianeta nano è sorprendentemente attivo. Queste aree brillanti sono state create da processi geologici e ancora oggi sono in grado di cambiare la faccia di Cerere”, ha detto Carol Raymond del Jet Propulsion Laboratory a Pasadena.

Da quando Dawn è giunta nell’orbita di Cerere nel Marzo 2015 gli scienziati hanno individuato oltre 300 aree brillanti. Un nuovo studio pubblicato su Icarus e guidato da Nathan Stein del Caltech divide le strutture di Cerere in quattro categorie. Il primo gruppo di macchie brillanti comprende il materiale più riflettente, che è stato scoperto sul fondo di crateri. Gli esempi più famosi sono nel Cratere Occator, che ospita due importanti aree luminose. Cerealia Facula, nel centro, consiste di materiale brillante che copre una fossa ampia 10 chilometri, all’interno della quale si erge una piccola cupola. A est del centro si trova un insieme di formazioni leggermente meno riflettenti e più sparse, chiamate Vinalia Faculae. Tutto il materiale nel cratere Occator è ricco di sali, e un tempo probabilmente era mischiato con acqua. Sebbene Cerealia Facula sia l’area più brillante su Cerere, all’occhio umano potrebbe sembrare neve sporca.

Della seconda categoria fa parte il materiale brillante scoperto sui bordi di crateri, che forma striature che si allungano verso il fondo. Probabilmente l’impatto di corpi esterni ha lasciato esposto materiale che si trovava sotto la superficie o che si era formato durante un precedente evento di impatto. La terza categoria comprende il materiale brillante espulso quando si sono formati i crateri. Il monte Ahuna Mons occupa una categoria a sè stante, il solo caso su Cerere in cui il materiale brillante non sia connesso con crateri da impatto. Questo probabile criovulcano, un vulcano formato dall’accumulo graduale di spessi materiali ghiacciati, presenta evidenti striature luminose lungo i fianchi.

Nel corso di centinaia di milioni di anni il materiale brillante si è mischiato con il materiale scuro che forma la superficie di Cerere, così come con detriti espulsi durante impatti. Questo significa che miliardi di anni fa, quando Cerere sperimentò più impatti, la superficie del pianeta nano doveva essere punteggiata di migliaia di aree brillanti.

La spiegazione principale per ciò che è avvenuto nel cratere Occator è che possa aver avuto, almeno in un passato recente, una riserva di acqua salata sottostante. Le regioni di Vinalia Faculae potrebbero essersi formate da un fluido condotto verso la superficie da una piccola quantità di gas, in modo simile a quando lo champagne sprizza dalla bottiglia alla rimozione del tappo. L’acqua salata potrebbe essere stata trasportata vicino alla superficie di Cerere attraverso fratture connesse con le riserve liquide al di sotto di Occator e la pressione avrebbe fatto sì che il fluido si trasformasse in vapore; nei punti in cui le fratture raggiungevano la superficie questo vapore è fuoriuscito con energia, portando con sè particelle di ghiaccio e sali e depositandole in superficie. Cerealia Facula deve essersi formato in base a processi un poco differenti, dato che è più elevato e più brillante di Vinalia Faculae. Il materiale potrebbe essere stato più simile a lava ghiacciata, fuoriuscita attraverso fratture fino a creare una cupola. Durante questo processo ci sarebbero state fasi simili a quelle avvenute in Vinalia Faculae.

Le analisi non dipendono dall’impatto iniziale che ha formato Occator. Tuttavia gli scienziati di Dawn ritengono che quando un grande oggetto ha impattato su Cerere, scavando il cratere ampio 92 chilometri, l’impatto possa aver creato le fratture attraverso cui in seguito è emerso il liquido sottostante. Man mano che Dawn continuerà la fase finale della sua missione, nel corso della quale discenderà più vicino che mai al pianeta nano, gli scienziati continueranno a ricavare informazioni essenziali sulle origini dei materiali brillanti su Cerere e sui meccanismi che hanno portato alla formazione delle enigmatiche strutture presenti sulla superficie di questo mondo affascinante.
[ Barbara Bubbi ]

https://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=7022

Nell’immagine il cratere Haulani
Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA