Abbondanza di Materiale Organico su Cerere

Abbondanza di Materiale Organico su Cerere

Una nuova analisi dei dati della sonda Dawn relativi a Cerere suggerisce che la quantità di materiale organico presente sul pianeta nano sia molto maggiore del previsto. La scoperta, pubblicata su Geophysical Research, fa sorgere questioni interessanti sui processi che hanno permesso a questi materiali di arrivare in superficie e rappresenta un metodo innovativo per interpretare i dati di future missioni.

L’anno scorso gli scienziati della missione Dawn della NASA hanno annunciato l’individuazione, in alcune aree della superficie di Cerere, di materiale organico, composti basati sul carbonio che sono componenti necessari per la vita. “Questo studio dimostra che si possono ottenere risultati differenti a seconda del tipo di materiale organico che si utilizza per confrontare e interpretare i dati su Cerere”, afferma Hannah Kaplan del Southwest Research Institute, che ha guidato lo studio. “Questo è importante non solo per Cerere, ma anche per missioni che presto esploreranno asteroidi potenzialmente ricchi di materiale organico”.

Anche se le molecole organiche sono i mattoni fondamentali della vita, la loro individuazione su Cerere non significa che esista o sia esistita la vita laggiù, dal momento che tali molecole possono derivare anche da processi non biologici. Ma poichè la vita che conosciamo non può esistere senza materiale organico, gli scienziati sono interessati allo studio della sua distribuzione nel Sistema Solare. La presenza di composti organici su Cerere solleva questioni importanti, in particolare dal momento che il pianeta nano è anche ricco di ghiaccio d’acqua.

I materiali in questione vennero scoperti su Cerere grazie allo spettrometro Visible and Infrared (VIR) a bordo della sonda Dawn. Analizzando come la luce interagisce con la superficie, gli scienziati possono ricavare informazioni sulla composizione dei materiali. Per avere un’idea dell’abbondanza di questi composti, un team di ricerca aveva confrontato i dati di Dawn con dati di laboratorio ricavati da materiale organico terrestre. Su queste basi, gli scienziati avevano concluso che tra il 6 e il 10 percento delle firme spettrali individuate su Cerere potessero essere spiegate da materiale organico. Ma in questa nuova ricerca, Kaplan e i suoi colleghi hanno riesaminato i dati utilizzando un approccio differente. Invece di basarsi su rocce terrestri per interpretare i dati, il team si è rivolto a meteoriti, alcune delle quali contengono materiale organico leggermente differente da quello che si trova comunemente sul nostro pianeta. Lo studio dimostra che la riflettanza spettrale dei materiali organici extraterrestri è differente da quella delle controparti terrestri.

“Abbiamo scoperto che se interpretiamo i dati di Cerere utilizzando composti organici extraterrestri, che possono rappresentare un analogo più appropriato rispetto a quelli individuati sulla Terra, allora abbiamo bisogno di ipotizzare la presenza di una quantità molto maggiore di materiale organico su Cerere per spiegare la forza di assorbimento spettrale che osserviamo”, ha detto Kaplan. “Stimiamo che dal 40 al 50 percento del segnale proveniente da Cerere possa essere spiegato dalla presenza di materiali organici. È una differenza enorme rispetto al 10 percento calcolato in precedenza sulla base dei composti organici terrestri”.

Se la concentrazione di materiale organico su Cerere è così elevata, occorre spiegare la sorgente di quel materiale. Esistono due possibilità: i composti organici potrebbero essere prodotti nell’interno di Cerere per poi rimanere esposti in superficie, oppure potrebbero derivare da un impatto con una cometa. Tuttavia il calore di un impatto dovrebbe distruggere una quantità sostanziale di materiale organico, quindi la questione rimane aperta. La rilevazione di materiale organico si è concentrata finora a piccole aree nell’emisfero settentrionale di Cerere, e anche questo richiede una spiegazione. “Se il materiale organico viene prodotto su Cerere, c’è bisogno di un meccanismo per concentrarlo o almeno mantenerlo in quelle precise posizioni”, dice Ralph Milliken, coautore dello studio. “Non è chiaro quale sia questo meccanismo. Cerere è decisamente un oggetto affascinante e la comprensione della storia e dell’origine di materiali organici in queste aree o altrove su Cerere richiederà probabilmente future missioni che possano analizzare o riportare campioni”.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine Cerere in falsi colori, in cui sono evidenziati elementi morfologici differenti. Le aree bluastre sono generalmente associate a crateri giovani. Le aree brillanti sono identificate come composte da materiale ricco di sali.
Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

https://phys.org/news/2018-06-ceres-abundant-thought.html