La Fine di Dawn

La Fine di Dawn

La sonda Dawn della NASA è prossima a concludere la sua gloriosa missione sul pianeta nano Cerere, ma fino all’ultimo continuerà a raccogliere spettacolari immagini e dati di fondamentale importanza.

La missione è stata estesa varie volte, superando le aspettative degli scienziati nell’esplorazione di due corpi celesti, Cerere e Vesta, che costituiscono il 45 percento della massa degli oggetti della Fascia Principale degli Asteroidi. Ora Dawn sta per rimanere priva del carburante idrazina, che alimenta i propulsori che controllano l’orientamento e permettono il mantenimento delle comunicazioni. Quando accadrà, probabilmente tra metà Settembre e meta Ottobre, la sonda non sarà più operativa e non potrà più comunicare con la Terra, ma rimarrà in orbita silenziosa attorno a Cerere per decenni. Dawn ci ha regalato immagini e informazioni d’eccezione sulle sue destinazioni, prima Vesta e poi Cerere, i due corpi celesti più grandi tra gli asteroidi situati nella fascia tra Marte e Giove. “Anche se sarà triste assistere alla dipartita di Dawn, siamo molto orgogliosi dei suoi innumerevoli successi”, afferma Lori Glaze della Planetary Science Division al Quartier Generale della NASA a Washington.

Dal 2011 al 2012 Dawn ha esplorato l’asteroide Vesta, riprendendo immagini che superano ogni immaginazione: crateri, canyon e persino montagne. In seguito, giunta attorno a Cerere nel 2015, la sonda ci ha regalato visioni di criovulcani e misteriose macchie brillanti, rivelatesi depositi di sali che decorano il pianeta nano come una spruzzata di diamanti. Tali depositi, ancora oggetto di indagine, sono composti principalmente da carbonato di sodio e cloruro di ammonio, elementi che in qualche modo trovano la strada verso la superficie, provenendo dall’interno del pianetino o da sotto la sua crosta. La spiegazione principale per ciò che si è osservato in particolare nel cratere Occator è che Cerere possa aver avuto, almeno fino ad un passato recente, una riserva di acqua salata sottostante.

“Vesta e Cerere hanno raccontato ognuno la loro storia di formazione ed evoluzione, una storia magmatica e infuocata che ha guidato l’evoluzione del roccioso Vesta e una storia più fredda, ricca d’acqua che ha avuto come risultato un antico mondo oceano, Cerere”, spiega Carol Raymond, principal investigator della missione Dawn. “Questo tesoro di informazioni continuerà ad aiutarci a comprendere le dinamiche e la composizione di altri corpi del Sistema Solare in futuro”. Una delle più grandi rivelazioni della missione è stata la presenza su Cerere di materiale organico in abbondanza, come spiegato in questo articolo https://www.universoastronomia.com/2018/06/15/abbondanza-di-materiale-organico-su-cerere/
I composti organici sono i mattoni costruttivi della vita, anche se i dati non hanno permesso di determinare se il materiale individuato su Cerere derivi da processi biologici.

Al contrario della sonda Cassini, che è stata fatta precipitare nell’atmosfera di Saturno per proteggere il sistema dalla contaminazione, Dawn rimarrà in orbita attorno a Cerere, che non possiede atmosfera. Gli ingegneri della missione hanno calcolato l’orbita finale per assicurarsi che non decadrà per almeno vent’anni, e probabilmente per decenni. A Rayman, a guida del team che ha condotto Dawn nel corso della missione e nella sua orbita finale, piace immaginare la fine di Dawn come “un inerte monumento celeste alla creatività e all’ingegno umano”.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine il pianeta nano Cerere
Credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

https://astronomynow.com/2018/09/08/nasas-dawn-probe-nears-end-of-successful-mission-to-vesta-ceres/