I Misteri che Cassini deve ancora rivelarci

I Misteri che Cassini deve ancora rivelarci

La missione Cassini è giunta a termine nel Settembre 2017 con un tuffo nell’atmosfera di Saturno, ma le osservazioni realizzate dalla sonda hanno ancora molto da rivelarci sui misteri del pianeta gigante. Un nuovo studio riporta che la ionosfera di Saturno è significativamente più complessa e variabile del previsto.

Gli strumenti di Cassini hanno scoperto che la ionosfera è fortemente influenzata dall’ombra prodotta dagli anelli e che potrebbe interagire con microscopiche particelle di ghiaccio provenienti dagli anelli stessi, nel corso di un fenomeno chiamato “ring rain”. La ionosfera è la regione dell’alta atmosfera in cui la densità di particelle cariche raggiunge valori rilevanti, perché le radiazioni del Sole provocano la ionizzazione dei gas componenti.
Lo studio è in corso di pubblicazione su Science.

“Bisogna considerare questo un assaggio di informazioni in arrivo da Cassini”, ha detto Hunter Waite del South West Research Institute. “La ionosfera di Saturno è molto più complessa di quanto si possa immaginare”. La missione Cassini, in orbita attorno a Saturno dal 2004 fino alla fine del suo glorioso viaggio, ha realizzato una quantità innumerevole di obiettivi scientifici e nuove scoperte, tra cui un oceano che implica attività idrotermale all’interno della luna Encelado e mari di metano liquido su Titano, oltre ad avere dimostrato grazie ad una serie di flyby negli anelli più interni, che gli anelli di Saturno sono un sistema complesso, attivo e dinamico.

Durante il Gran Finale gli strumenti a bordo della sonda hanno realizzato osservazioni in situ della ionosfera del gigante gassoso per la prima volta. I ricercatori sono stati in grado di studiare questa regione dell’atmosfera con maggiore dettaglio, ottenendo misurazioni molto più precise. Il nuovo studio si basa su dati raccolti dallo strumento Radio and Plasma Wave Science (RPWS), che misura la densità di elettroni nell’atmosfera del pianeta. I ricercatori riferiscono grandi variazioni nella densità di elettroni nella ionosfera come funzione della latitudine e dell’altitudine, alcune delle quali possono essere attribuite a interazioni con gli anelli. Ad esempio gli anelli A e B gettano ombre sul pianeta che sono abbastanza opache da bloccare la radiazione ultravioletta del Sole, quindi queste regioni in ombra presentano una densità di elettroni inferiore rispetto ad altre parti del pianeta.

I ricercatori riferiscono inoltre che il fenomeno chiamato “ring rain”, che provoca la caduta di particelle di ghiaccio provenienti dagli anelli che vanno a interagire con la ionosfera, non ha un effetto significativo nelle regioni equatoriali del pianeta, dove sono state realizzate le misurazioni per il nuovo studio. Tuttavia hanno fatto notare che è possibile che particelle d’acqua provenienti dagli anelli interagiscano con l’atmosfera di Saturno a latitudini più elevate. Man mano che saranno analizzati dati ulteriori provenienti dagli strumenti di Cassini, sarà possibile apprendere maggiori informazioni sulla struttura della ionosfera e in generale dell’atmosfera dell’affascinante e ancora misterioso Signore degli Anelli.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-12-cassini-dead-era-saturn-science.html

 Credit: NASA/JPL/Space Science Institute