30 Giu 2019 Eventi di Tunguska più Rari del Previsto
Ogni singolo giorno molte piccole rocce spaziali colpiscono l’atmosfera e si disintegrano. Tra le frequenti “stelle cadenti” verso cui esprimiamo i nostri desideri nella notte e gli asteroidi in grado di provocare massicce estinzioni, esiste una “terra di mezzo” costituita da rocce la cui dimensione è tale da causare gravi danni a livello locale in caso di impatto con il nostro pianeta. Un nuovo studio della NASA suggerisce che gli impatti di tali asteroidi di media dimensione, come quello che provocò devastazione in Siberia il 30 Giugno 1908, siano meno frequenti del previsto.
Secondo i ricercatori, tali impatti, di entità relativamente piccola ma potenzialmente devastanti per le aree interessate, avvengono con cadenza temporale nell’ordine dei millenni, e non di secoli, come si pensava in precedenza. In aggiunta, i nuovi risultati pubblicati su Icarus fanno progredire la nostra conoscenza dei processi che determinano il modo in cui le rocce spaziali più grandi si spezzano entrando nell’atmosfera terrestre. Gli scienziati sono partiti dal riesaminare il caso dell’evento di Tunguska del 1908.
Centoundici anni fa, il nostro pianeta sperimentò l’esplosione in atmosfera di un asteroide, che si lasciò dietro una scena devastante, abbattendo oltre duemila chilometri quadrati di foresta disabitata in Siberia, Russia, bruciando il terreno e creando onde d’urto avvertite globalmente. I giornali dell’epoca riferirono che la causa del disastro poteva essere un’esplosione vulcanica, un incidente in miniera o, come ipotesi azzardata, l’impatto di asteroide. L’evento del 30 Giugno 1908 continua a interessare il grande pubblico e i ricercatori: le ipotesi su vulcani o miniere furono rapidamente escluse, data la mancanza di evidenze fisiche. Gli scienziati conclusero che l’esplosione derivava dall’impatto con un asteroide.
Tuttavia, non tutto quadrava: non esistono riprese dell’evento, nessuno ha scoperto un cratere o dei frammenti. “Tunguska è l’impatto cosmico più grande testimoniato dagli esseri umani moderni”, spiega David Morrison dell’Ames Research Center della NASA. “Ha anche le caratteristiche del tipo di impatto da cui potremmo doverci proteggere in futuro”. Quando, il 5 Febbraio 2013, una roccia spaziale più piccola ma dagli effetti impressionanti, bruciò nell’atmosfera terrestre vicino a Chelyabinsk, Russia, gli scienziati ebbero a disposizione nuove prove per risolvere il mistero di Tunguska. La “palla di fuoco” celeste, ampiamente documentata, fornì l’opportunità di applicare moderni modelli a computer per spiegare ciò che era stato visto e udito.
I risultati dimostrarono che l’asteroide di Chelyabinsk era probabilmente una roccia spaziale delle dimensioni di un palazzo di cinque piani, che si frantumò ad un’altezza di 25 chilometri dal terreno, un evento che generò un’onda d’urto equivalente a un’esplosione da 550 Kilotoni. Il fronte d’urto frantumò milioni di finestre e provocò il ferimento di oltre un migliaio di persone. Si ritiene che un oggetto simile a quello di Chelyabinsk possa impattare sulla Terra in media ogni 10-100 anni. Ma per quanto riguarda asteroidi più grandi? I ricercatori hanno utilizzato moderne simulazioni a computer, studi statistici e dati di archivio relativi alla regione devastata per rivisitare l’enigmatico evento di Tunguska, nel tentativo di rispondere a questa domanda.
I risultati degli studi relativi suggeriscono che un corpo roccioso con diametro tra 50 e 80 metri, entrato in atmosfera con velocità superiore a 50.000 chilometri all’ora, esplose con energia di 10 megatoni ad un’altitudine tra 9 e 15 chilometri dal suolo. Considerando le stime più recenti relative alla popolazione di asteroidi, gli scienziati hanno concluso che l’intervallo temporale medio tra eventi di questo genere dovrebbe essere nell’ordine di millenni, e non di secoli come si riteneva in precedenza. “Dal momento che esistono così pochi casi osservati, rimangono molte incertezze sul modo in cui i grandi asteroidi si spezzano in atmosfera, e su quali danni sono in grado provocare al suolo”, spiega Lorien Wheeler, che opera all’Asteroid Threat Assessment Project della NASA. “Tuttavia, recenti progressi nella modellazione a computer, insieme con analisi dell’evento di Chelyabinsk ed altri, ci stanno aiutando a migliorare la nostra comprensione di questi fattori, in modo da poter valutare meglio potenziali minacce future”.
[ Barbara ]
Nell’immagine rappresentazione artistica di un asteroide in rotta di collisione con la Terra
Credit: Oliver Denker/Shuttestock