Il Resto di un’Esplosione Stellare Osservata dagli Antichi

Il Resto di un’Esplosione Stellare Osservata dagli Antichi

Un team di astronomi ha individuato il resto di una nova in Messier 22, un ammasso globulare della Via Lattea. La posizione del resto trova corrispondenza in una registrazione storica risalente a oltre duemila anni fa, riferita a una nuova “stella ospite” in cielo ed effettuata da astronomi Cinesi.

Le novae hanno origine da una nana bianca, il denso residuo della fine evolutiva di una stella simile al Sole. Quando la nana bianca fa parte di un sistema binario, può sottrarre da una stella compagna materiale stellare, che col passare del tempo si accumula sulla sua superficie, finché pressione e temperatura sono sufficienti a innescare una potente esplosione, che fa sì che la stella diventi molto più luminosa del solito. il termine “stella nova” fu coniato in origine per stelle che apparivano improvvisamente in cielo per poi scomparire.

“La posizione e la luminosità del resto trovano corrispondenza in una registrazione storica risalente al 48 a. C., appartenente a un’antica raccolta di osservazioni da parte di astronomi Cinesi”, spiega Fabian Göttgens dell’Università di Göttingen, a guida dello studio. “Probabilmente gli antichi astronomi videro la nova originaria nello stesso luogo in cielo”. Questo implica che moderne misurazioni confermano una delle più antiche osservazioni di un evento astronomico al di fuori del Sistema Solare.

Gli ammassi globulari sono raggruppamenti sferici composti da varie centinaia di migliaia di stelle molto antiche, in orbita attorno al centro della galassia di appartenenza. Messier 22 è uno dei circa 160 ammassi globulari appartenenti alla Via Lattea, e si trova nella Costellazione del Sagittario. M22 è stato osservato insieme ad altri ammassi globulari tramite lo strumento MUSE installato sul Very Large Telescope dell’ESO in Cile. Il resto di nova appena individuato nell’ammasso forma una luminosa nebulosa rossastra composta da idrogeno e altri gas, con diametro circa 8.000 volte la distanza tra Terra e Sole. Nonostante la notevole dimensione, la nebulosa è piuttosto “leggera”, con una massa circa 30 volte quella terrestre, dal momento che il gas è poco denso ed è stato disperso dall’esplosione. I risultati dello studio sono pubblicati su Astronomy & Astrophysics.
[ Barbara ]

Nell’immagine l’ammasso globulare Messier 22, dove è stato scoperto il resto di nova
CREDIT ESA/Hubble and NASA, F Göttgens (IAG)

https://eurekalert.org/pub_releases/2019-04/uog-ad2042919.php