La Compagna Killer di una Nana Bianca

La Compagna Killer di una Nana Bianca

Un team internazionale di astronomi ha identificato come gigante rossa la stella che ha fatto esplodere in supernova la sua compagna, una nana bianca al carbonio-ossigeno. Grazie a osservazioni ripetute di SN 2015cp, un resto di supernova distante 545 milioni di anni luce dalla Terra, gli scienziati hanno rilevato detriti ricchi di idrogeno che la stella gigante ha espulso prima dell’evento esplosivo.

Le stelle massicce esplodono come supernove quando terminano il combustibile nucleare a disposizione, ma alcune nane bianche, densi residui stellari derivanti dall’evoluzione finale di stelle simili al Sole, esplodono semplicemente perché si ritrovano vicino una scomoda compagna che le porta alla distruzione finale. L’acquisizione di materia dalla compagna, infatti, fa sì che la nana bianca aumenti in massa e densità, tanto da raggiungere un valore critico che non le lascia scampo. Mentre la stella che esplode lascia segni evidenti della sua identità, gli astronomi devono svolgere il lavoro di detective per saperne di più sulla compagna errante che ha innescato la detonazione.

“La presenza di detriti indica che la compagna era una gigante rossa che, prima di far esplodere la nana bianca, aveva sparso grandi quantità di materiale”, spiega Melissa Graham dell’University of Washington, a guida dello studio in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal. Il materiale della supernova ha impattato su questi resti stellari al 10 percento della velocità della luce, portandoli a brillare in luce ultravioletta, osservata dal telescopio Hubble e da altri osservatori quasi due anni dopo l’esplosione iniziale. Il team ha realizzato la scoperta come parte di uno studio più ampio sulle supernove di tipo Ia, particolarmente importanti per la cosmologia dal momento che possono essere utilizzate come “candele standard” per determinare le distanze e stimare il tasso di espansione dell’Universo.

Studi indicano che in alcune supernove di tipo Ia la compagna possa essere un’altra nana bianca a carbonio-ossigeno, che non dovrebbe lasciare detriti ricchi di idrogeno dopo l’evento esplosivo. Il team ha utilizzato il telescopio Hubble per osservare emissioni ultraviolette da 70 resti di supernove di tipo Ia. “Osservando anni dopo l’evento iniziale, cercavamo segni di materiale colpito dall’onda d’urto che contenesse idrogeno, indicazione che la compagna non era un’altra nana bianca”, spiega Graham. Nel caso di SN 2015cp gli scienziati hanno trovato quello che stavano cercando. I detriti individuati da Hubble erano lontani dalla sorgente della supernova almeno 100 miliardi di chilometri. “La scoperta e le successive osservazioni dell’emissione di SN 2015cp dimostrano davvero come siano necessari molti astronomi e un’ampia varietà di telescopi che lavorano insieme per comprendere questi fenomeni cosmici”, conclude Graham. “È anche un esempio perfetto del ruolo della casualità negli studi astronomici: se Hubble avesse osservato SN 2015cp soltanto un mese o due più tardi, non avremmo visto nulla”.
[ Barbara ]

Nell’immagine G299 osservata nell’infrarosso e nei raggi X, un resto di supernova di tipo Ia a 16.000 anni luce di distanza
CREDIT NASA/Chandra X-ray Observatory/University of Texas/2MASS/University of Massachusetts/Caltech/NSF

https://eurekalert.org/pub_releases/2019-01/uow-afs011019.php