Gli Ultimi Sussulti Vitali di una Stella 

Gli Ultimi Sussulti Vitali di una Stella 

Un team internazionale di astronomi ha utilizzato i dati del telescopio Kepler e di osservatori terrestri per immortalare con dettaglio senza precedenti le fasi iniziali dell’esplosione di una stella. La morte stellare è avvenuta nella galassia a spirale UGC 4780, distante circa 170 milioni di anni luce dalla Terra.

La luce emessa dalla stella in esplosione, una supernova chiamata SN 2018oh, è stata individuata il 4 Febbraio 2018. “Kepler ha osservato le minime variazioni nella luminosità dell’esplosione stellare fin dall’inizio, mentre vari telescopi terrestri hanno rilevato cambiamenti nel colore e nella composizione di questa stella morente”, spiega Brad Tucker dell’Australian National University (ANU), a guida dello studio. “Grazie ai dati combinati dei vari telescopi, gli astronomi hanno ottenuto proprio quello che speravano: un’osservazione senza precedenti dell’insorgere di una distruzione stellare”. SN 2018oh è un esempio di supernova di tipo Ia, il genere di supernova che gli scienziati utilizzano per misurare le distanze cosmiche e sondare l’espansione del cosmo, nonchè gli effetti dell’energia oscura.

Solitamente una supernova di tipo Ia brilla nel corso di tre settimane prima di affievolirsi gradualmente, ma questa supernova ha aumentato la sua luminosità rapidamente, appena pochi giorni dopo l’esplosione iniziale, tre volte più velocemente rispetto al tipico comportamento di una supernova in un intervallo temporale simile. La Dark Energy Camera al Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile e il Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System al Haleakala Observatory alle Hawaii hanno rivelato, durante questo periodo di intensa attività, il bagliore blu della supernova, indicazione di temperature estremamente elevate.

Le supernove di tipo Ia derivano da esplosioni di nane bianche, un oggetto denso e compatto derivante dall’evoluzione finale di una stella simile al Sole. La nana bianca fa parte di un sistema binario e inizia a sottrarre materiale da una stella compagna, fino a raggiungere una soglia critica che la porta ad esplodere.
“Nel caso di SN 2018oh è possibile che l’onda d’urto dovuta all’esplosione della nana bianca abbia impattato sulla stella compagna, creando un alone estremamente caldo e brillante che può spiegare la luminosità e il calore aggiuntivi osservati”, spiega Tucker. Scoprire la frequenza, la dinamica e la distribuzione di questo tipo di supernove può aiutare gli astronomi a perfezionare i modelli cosmologici che stimano l’età e il tasso di espansione dell’Universo. Gli studi relativi alla scoperta sono stati pubblicati su Astrophysical Journal Letters e su Astrophysical Journal.

Nell’immagine rappresentazione artistica di un sistema progenitore di una supernova di tipo Ia.
Credit: NASA

https://phys.org/news/2018-11-witnesses-moments-star-dying-finest.html