Abbraccio Stellare nella Nebulosa Planetaria

Abbraccio Stellare nella Nebulosa Planetaria

Un team internazionale di astronomi ha scoperto all’interno della nebulosa planetaria M3-1 una coppia di stelle che orbitano una attorno all’altra in poco più di tre ore. Le stelle, probabilmente una nana bianca e una piccola compagna, sono così vicine che le loro atmosfere quasi si toccano, e il sistema potrebbe produrre in un prossimo futuro una violenta esplosione di nova.

Il team, guidato da David Jones dell’Instituto Astrofisica de Canarias e dell’Universidad de La Laguna, ha pubblicato le scoperte su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Le nebulose planetarie si formano quando una stella simile al Sole giunge alla fine della sua vita, esaurendo il combustibile nucleare a sua disposizione ed espellendo di conseguenza i suoi strati esterni. In molti casi l’interazione con una stella compagna gioca un ruolo fondamentale nell’espulsione di questo materiale e nella formazione delle strutture elaborate e complesse delle planetarie.

M3-1 si trova nella Costellazione del Cane Maggiore, ad una distanza di quasi 14.000 anni luce dalla Terra. Da tempo si riteneva che potesse ospitare una stella centrale binaria, data la sua complessa struttura dotata di getti e filamenti gassosi. Utilizzando i telescopi dell’European Southern Observatory (ESO) in Cile, il team ha osservato la planetaria per un periodo di vari anni. “Pensavamo che M3-1 ospitasse una stella binaria, quindi abbiamo iniziato ad acquisire i dati necessari per provare questa ipotesi e per mettere in relazione le proprietà della nebulosa con l’evoluzione della stella o delle stelle che hanno portato alla sua formazione”, spiega Brent Miszalski del Southern African Large Telescope, tra gli autori dello studio.

Le due stelle sono così vicine da non poter essere risolte individualmente da terra, quindi la presenza della seconda stella deve essere dedotta dalle variazioni della luminosità combinata, cioè da eclissi periodiche che una delle stelle produce passando di fronte all’altra dal nostro punto di vista. “Quando abbiamo iniziato le osservazioni, è apparso subito evidente che il sistema era binario”, spiega Henri Boffin dell’ESO. “Abbiamo osservato che la stella apparentemente singola al centro della nebulosa cambiava rapidamente in luminosità, e abbiamo capito che questo era dovuto alla presenza di una stella compagna”.

Il team ha scoperto che le due stelle centrali della planetaria orbitano una attorno all’altra con un periodo di appena poco più di tre ore. Le osservazioni dimostrano che le due stelle, molto probabilmente una nana bianca e una compagna di piccola massa, si toccano quasi. Come risultato, è probabile che la coppia andrà incontro ad un’esplosione di nova derivante dal trasferimento di materiale da una stella all’altra. Quando la nana bianca acquisirà una massa critica, avverrà una violenta esplosione termonucleare e il sistema aumenterà temporaneamente la sua luminosità di un milione di volte. Secondo i ricercatori tale evento esplosivo potrebbe avvenire nel giro di poche migliaia di anni. Il team intende proseguire nelle osservazioni di questa nebulosa e di altre simili, per arrivare a comprendere meglio i processi fisici alla base delle novae e delle supernovae, annoverabili tra i fenomeni più spettacolari e violenti dell’Universo.
[ Barbara Bubbi ]

Immagine ripresa con il telescopio Hubble della nebulosa planetaria M3-1
Credit: David Jones / Daniel López – IAC

https://phys.org/news/2018-10-ultra-close-stars-planetary-nebula.html