L’Inizio della Fine per le Iadi

L’Inizio della Fine per le Iadi

Grazie ai dati del satellite Gaia dell’ESA i ricercatori dell’Università di Heidelberg hanno scoperto una scia di stelle perduta dall’ammasso delle Iadi. I risultati forniscono nuovi indizi sull’evoluzione e sul destino degli ammassi stellari aperti.

Gli ammassi aperti come le Iadi contengono stelle debolmente legate tra loro dalla gravità, nate insieme dalla stessa nube di gas e polveri. L’età e la composizione chimica delle loro stelle sono simili, il che rende questi raggruppamenti celesti laboratori ideali per studiare l’evoluzione stellare. Le stelle di un ammasso aperto rimangono in gruppo solo per un periodo limitato, disperdendosi gradualmente nello spazio, trascinate via dall’azione gravitazionale di altri ammassi, nubi gassose o galassie. La maggior parte degli ammassi aperti si sfaldano nel giro di poche centinaia di milioni di anni, mentre gli ammassi globulari più stretti possono esistere per miliardi di anni.

Il risultato delle interazioni gravitazionali che portano un ammasso aperto a perdere le sue stelle sono code mareali, scie stellari che si allungano nello spazio circostante. Le stelle di un ammasso aperto si muovono attraverso lo spazio più o meno alla stessa velocità e sono soggette alla stretta gravitazionale della galassia, in grado di trascinare le stelle al di fuori del gruppo nativo. Simili code mareali si formano durante il moto dell’ammasso attraverso la Via Lattea: è l’inizio della fine di un ammasso stellare aperto. Sino ad oggi erano state scoperte nel sistema della Via Lattea soltanto code mareali perdute da massicci ammassi globulari o da galassie nane. Ora gli astronomi hanno verificato dal punto di vista osservativo il fenomeno, già da lungo tempo teorizzato, anche per un ammasso aperto.

Analizzando i dati del satellite Gaia, che misura moto e posizione delle stelle, i ricercatori del Max Planck Institute for Astronomy ad Heidelberg e del Centre for Astronomy of Heidelberg University (ZAH) hanno individuato per la prima volta la perdita della scia stellare nell’ammasso delle Iadi, uno dei più vecchi e ben studiati dei nostri dintorni, ad appena 150 anni luce da noi. Gli astronomi hanno scoperto due code mareali espulse dalle Iadi, formate da un totale di circa 500 stelle che si estendono fino a 650 anni luce di distanza dall’ammasso. Una delle code precede il gruppo stellare, mentre l’altra lo segue. “La nostra scoperta dimostra che è possibile tracciare le traiettorie di singole stelle della Via Lattea fino al punto di origine in un ammasso stellare”, spiega Siegfried Röser, tra gli autori dello studio. Secondo i ricercatori questo risultato segna l’inizio di una serie di scoperte significative che potranno chiarire meglio la storia della Via Lattea e delle sue stelle.

Nell’immagine l’ammasso aperto delle Iadi e la cometa C/2016 R2 PanSTARRS nella Costellazione del Toro
Image Credit & Copyright: Rogelio Bernal Andreo (Deep Sky Colors)

https://www.uni-heidelberg.de/presse/news2019/pm20190215_tidal-tails-the-beginning-of-the-end-of-an-open-star-cluster.html