21 Nov 2018 Risolto il Mistero delle Striature di Phobos
Secondo un nuovo studio le insolite striature che attraversano la superficie della luna marziana Phobos si sono formate in seguito al rotolamento di massi vaganti dovuto a un antico impatto con un asteroide.
La ricerca, pubblicata su Planetary and Space Science, ha utilizzato modelli a computer per simulare il moto dei detriti dal cratere Stickney, un enorme squarcio sulla superficie del satellite. I risultati dimostrano che macigni rotolanti sulla superficie in seguito all’impatto con l’asteroide che ha creato il cratere avrebbero plasmato i misteriosi solchi visibili su Phobos. “Queste striature sono una caratteristica particolare di Phobos, e il modo in cui possano essersi formati è oggetto di dibattito da 40 anni. Pensiamo che questo studio sia un ulteriore passo avanti per individuare una spiegazione”, afferma Ken Ramsley della Brown University, a guida dello studio.
Le striature, visibili attraverso gran parte della superficie della luna di Marte, sono state individuate negli anni ’70 dalle missioni Mariner e Viking. Nel corso degli anni si sono succedute varie possibili spiegazioni per la loro formazione: alcuni scienziati hanno ipotizzato che grandi impatti su Marte avessero fatto cadere una pioggia di detriti sul satellite, oppure che la gravità di Marte stesse gradualmente distruggendo Phobos, tanto che le scanalature sarebbero i segni evidenti di rottura strutturale. Alla fine degli anni ’70 gli scienziati planetari Lionel Wilson e Jim Head ipotizzarono che massi espulsi dalla formazione del cratere Stickney potessero aver scavato le striature.
Per le piccole dimensioni di Phobos (27 chilometri nel punto più ampio) Stickney è un cratere enorme, esteso per 9 chilometri. L’impatto che lo ha formato potrebbe aver rilasciato tonnellate di rocce gigantesche, il che rende plausibile l’ipotesi dei massi rotolanti. Ma l’idea presenta alcuni problemi. Ad esempio, non tutte le striature sono allineate radialmente da Stickney come ci si potrebbe aspettare. E alcune si sovrappongono una sull’altra, facendo pensare che siano state create in tempi differenti piuttosto che da un evento singolo. Ancora, alcune striature corrono attraverso il cratere stesso, suggerendo che il cratere dovesse essere già presente quando si sono formate. Esiste inoltre una zona del tutto priva di striature.
Per risolvere il mistero, il team ha ideato modelli a computer, simulando il percorso dei massi espulsi da Stickney e tenendo conto della forma e della topografia di Phobos, così come del suo ambiente gravitazionale, della rotazione e dell’orbita attorno a Marte. Ramsley è rimasto sorpreso quando ha visto che il modello riproduceva molto bene le formazioni striate visibili sul satellite. Secondo il modello i massi tendevano ad allinearsi in gruppi di percorsi paralleli, e, data la piccola dimensione e la debole gravità di Phobos, alcuni macigni hanno continuato a rotolare tutto attorno alla luna, senza fermarsi dopo pochi chilometri. Tale ‘circumnavigazione’ potrebbe spiegare il sovrapporsi delle strutture e perché alcune striature non sono allineate radialmente con il cratere. In alcuni casi i massi vaganti potrebbero essere rotolati di nuovo nel cratere di origine, a formare le striature presenti su Stickney. Le aree prive di striature invece troverebbero spiegazione in differenze di elevazione della superficie.
[ Barbara Bubbi ]
Nell’immagine la superficie di Phobos ricoperta da particolari striature lineari
Credit: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona