Il Cuore Palpitante di Marte

Il Cuore Palpitante di Marte

Un nuovo studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, suggerisce che Marte sia ancora un pianeta geologicamente attivo, in cui sorgenti di calore nel sottosuolo portano alla formazione di depositi di acqua liquida, come quello individuato lo scorso anno sotto la calotta polare meridionale del Pianeta Rosso.

Secondo gli autori sotto la superficie di Marte deve essersi verificata un’attività magmatica recente, in particolare la formazione di una camera magmatica centinaia di migliaia di anni fa. Soltanto un processo di questo genere sarebbe in grado di fornire il calore necessario a produrre acqua liquida al di sotto della calotta ghiacciata, spessa oltre un chilometro. L’esistenza potenziale di attività magmatica recente sotto il suolo marziano suggerisce che il pianeta sia ancora attivo dal punto di vista geologico. “Riteniamo che, se vi è qualche forma di vita elementare su Marte, debba essere rimasta sotto la superficie, protetta dalla radiazione solare”, spiega Ali Bramson dell’University of Arizona, coautore dello studio. “Se ancora oggi si verificano processi magmatici attivi, potrebbero essere stati più comuni nel passato recente, e potrebbero essere più diffusi. Un simile ambiente sarebbe più favorevole alla presenza di acqua liquida, e a eventuali forme di vita”.

Lo studio a guida italiana pubblicato su Science lo scorso anno ha rivelato la presenza di acqua liquida sotto la superficie di Marte, individuata grazie al radar Marsis sulla sonda Mars Express, ma non ha chiarito come quell’acqua possa essersi formata. Secondo gli autori per spiegare la presenza di acqua liquida è necessario svolgere studi approfonditi, ad esempio indagare sul tipo di ambiente necessario per fondere il ghiaccio, sulla gamma di temperature, sul genere di processi geologici coinvolti, dal momento che in condizioni normali, l’ambiente marziano dovrebbe essere troppo freddo. Gli autori hanno preso per buona l’ipotesi di acqua liquida sotto la superficie di Marte, cercando di capire quali parametri siano necessari per spiegare la sua esistenza, in particolare quanto calore provenga dall’interno del pianeta e se sia presente alla base della calotta polare una quantità di sale sufficiente a fondere il ghiaccio. Il sale, infatti, può abbassare il punto di fusione significativamente.

Il modello ha dimostrato che il sale, da solo, non può essere una spiegazione sufficiente, e che deve esserci una sorgente di calore aggiuntivo proveniente dall’interno di Marte. Una possibile spiegazione è proprio l’attività vulcanica nel sottosuolo. Secondo gli scienziati, il magma sarebbe risalito dalle profondità di Marte verso la superficie circa 300.000 anni fa, non provocando alcuna eruzione vulcanica, ma raccogliendosi in una camera magmatica sotto il suolo. Quando il magma si è raffreddato, ha rilasciato calore, permettendo la fusione del ghiaccio alla base della calotta ghiacciata. L’idea di attività vulcanica su Marte non è nuova, ma gran parte delle formazioni vulcaniche sul pianeta sono antiche di milioni di anni, e questo ha portato gli scienziati a ritenere che l’attività vulcanica sopra e sotto la superficie del pianeta sia terminata molto tempo fa. Il nuovo studio, tuttavia, ipotizza che debba esserci stata attività vulcanica più recente nel sottosuolo, o che possa essere in atto ancora oggi. L’interno del Pianeta Rosso potrebbe rivelarsi ancora vivo dal punto di vista geologico.

Credit: NASA/ESA, J. Bell (Cornell U.) and M. Wolff (SSI)

https://news.agu.org/press-release/new-study-suggests-possibility-of-recent-underground-volcanism-on-mars/