01 Ago 2019 Mega-Tsunami per l’Antico Marte
Secondo un nuovo studio, un asteroide colpì Marte oltre 3 miliardi di anni fa, creando l’enorme Cratere Lomonosov. L’impatto colossale avrebbe provocato il sollevamento di muri d’acqua con onde alte fino a 300 metri, che devastarono parte della superficie del Pianeta Rosso, dotato di un vasto oceano in quel periodo lontano.
Sin dal 2017 Francois Costard, scienziato del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica, ha sviluppato questa teoria per spiegare le caratteristiche particolari di una regione chiamata Thumbprint Terrain, caratterizzata da formazioni lobate con margini ben definiti. In uno studio pubblicato su Journal of Geophysical Research, Planets lo scienziato sostiene di avere individuato il cratere da impatto all’origine dell’apocalittico tsunami. Già nel 2016 un altro team di astronomi teorizzò che due antichi mega-tsunami avessero sconvolto le coste dell’antico oceano, provocando la formazione di vasti depositi sedimentari dalle particolari caratteristiche, ed enormi canali per effetto della risacca, visibili ancora oggi nelle immagini delle pianure settentrionali marziane.
Costard è partito dalla stessa ipotesi, studiando il Thumbprint Terrain per ricavare la direzione di provenienza del maremoto. Fra 10 possibili crateri da impatto che corrispondevano a criteri di dimensione e posizione, il ricercatore si è concentrato sul Cratere Lomonosov. Questo sito di impatto risale all’epoca in questione (circa 3 miliardi di anni fa), è sufficientemente vasto (120 chilometri) e la sua forma implica che si trovasse sott’acqua durante il periodo della devastante collisione. Al di là del rivelare la reale natura di particolari formazioni sul suolo marziano, scopo degli scienziati è quello di approfondire lo studio relativo agli antichi oceani marziani.
Si ritiene che Marte abbia perduto il suo stato di mondo acquatico attorno a 3,7 miliardi di anni fa, non molto tempo dopo che il suo nucleo si raffreddò e il suo campo magnetico scomparve. Questi processi permisero alla particelle solari di colpire l’atmosfera marziana e strappare via i gas protettivi. Praticamente privo dello scudo atmosferico, Marte non potè trattenere l’acqua liquida in superficie, che dovrebbe essere scomparsa in tempi relativamente rapidi. Tuttavia, gli scienziati hanno iniziato a raccogliere nuovi indizi sul fatto che Marte possa aver trattenuto a sè vaste quantità di acqua, anche dopo il collasso del suo campo magnetico.
Il territorio marziano oggetto dello studio si trova sul bordo di un vasto bassopiano che, secondo gli scienziati, un tempo ospitava un gigantesco oceano settentrionale. Se l’ipotesi di Costard relativa al Cratere Lomonosov è corretta, allora la superficie di Marte potrebbe avere ospitato un oceano, da cui ebbe origine il mega-tsunami, circa 3 miliardi di anni fa. Lo studio può contribuire a determinare il periodo in cui il Pianeta Rosso si trasformò da mondo ricco d’acqua, possibile culla della vita, al deserto arido e freddo che conosciamo oggi.
[ Barbara ]
Nell’immagine impressione artistica di come Marte potrebbe essere stato oltre 3 miliardi di anni fa
Credit: ESO/M. Kornmesser/N. Risinger (skysurvey.org)
http://www.astronomy.com/news/2019/07/ancient-mars-tsunami-hints-at-surprisingly-wet-world