A Caccia di Pianeti Simili alla Terra

A Caccia di Pianeti Simili alla Terra

Gli astronomi dell’Università di Ginevra hanno sviluppato un metodo innovativo per consentire una rapida individuazione di esopianeti localizzati a distanze dalla loro stella uguali o maggiori a quella della Terra dal nostro Sole.

Andare a caccia di esopianeti è un lavoro eccitante, ma può rivelarsi complesso e impegnativo. Quando viene individuato un candidato esopianeta, occorre osservare il suo transito di fronte alla stella madre per tre volte, prima di poter confermare ufficialmente la sua esistenza. Questo è fattibile se il periodo orbitale dura pochi giorni, settimane o mesi, ma non è un metodo efficace se il pianeta impiega anni per passare di nuovo di fronte alla sua stella. Un metodo innovativo, descritto in uno studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics, permette agli astronomi di accorciare questo lungo periodo e verificare l’esistenza effettiva di alcuni esopianeti dopo un singolo transito.

Quando un pianeta passa di fronte alla sua stella, provoca un calo di luminosità nella luce stellare. Osservando questo calo per tre volte, i ricercatori possono confermare il comportamento orbitale dell’oggetto e stimare il suo raggio, fattori chiave per determinare lo status di pianeta. Questo metodo funziona bene per pianeti che orbitano vicino alle loro stelle, ma non è ideale per pianeti come la Terra ad esempio, per i quali occorrerebbe aspettare tre anni per la conferma.

Un team di astronomi dell’università di Ginevra ha scoperto un metodo alternativo. I ricercatori si sono rivolti ai dati della missione K2 del telescopio Kepler, per cercare stelle la cui luminosità diminuiva per un periodo di tempo significativo, indicazione del transito di un pianeta con lungo periodo orbitale. Hanno individuato in particolare la stella EPIC248847494, la cui curva luminosa rivelava un transito durato circa 53 ore. Grazie ai dati della missione Gaia dell’ESA il team ha ricavato il diametro della stella e la sua distanza dalla Terra, circa 1500 anni luce. Queste informazioni hanno permesso ai ricercatori di determinare che l’oggetto in transito era circa 4,5 volte più lontano dalla sua stella di quanto non lo sia la Terra dal Sole, e che pertanto il suo periodo orbitale era di circa 10 anni.

In seguito, per confermare lo status di pianeta, i ricercatori hanno condotto osservazioni con il telescopio Eulero all’osservatorio di La Silla in Cile. Ricavando la velocità radiale della stella e analizzando il suo moto, il team è riuscito a stimare la massa dell’oggetto in transito, che è risultata inferiore a 13 masse gioviane, un valore tale da poter classificare l’oggetto come pianeta. “Questa tecnica potrebbe essere utilizzata per scovare pianeti abitabili simili alla Terra in orbita attorno a stelle simili al Sole”, afferma Helen Giles, a guida dello studio. “Utilizzando la velocità radiale per rilevare pianeti distanti dalle loro stelle, possiamo aumentare le possibilità di scoprire mondi con clima temperato e basse quantità di radiazione stellare. E grazie alla tecnica innovativa che elimina decenni di lavoro, i ricercatori possono rapid8amente confermare lo status dell’oggetto e iniziare a cercare segni di vita negli esopianeti appena scoperti”.
[ Barbara Bubbi ]

L’illustrazione artistica mostra Kepler-421b, un esopianeta delle dimensioni di Urano che orbita attorno alla sua stella ogni 704 giorni.
Credit David A. Aguilar (CfA)

http://www.astronomy.com/news/2018/07/new-detection-method-could-quickly-reveal-exoplanets-with-earth-like-orbits