Cambiamenti Orbitali della Terra Influenzano il Clima e la Vita sul Pianeta

Cambiamenti Orbitali della Terra Influenzano il Clima e la Vita sul Pianeta

Analizzando antiche rocce nel deserto dell’Arizona e nel New Jersey gli scienziati hanno scoperto prove fisiche di un graduale spostamento dell’orbita terrestre, che si ripete regolarmente ogni 405.000 anni, influenzando i cambiamenti climatici e geologici naturali.

I ricercatori hanno dimostrato che il ciclo è rimasto stabile per centinaia di milioni di anni, fin da prima che i dinosauri facessero la loro comparsa sul nostro pianeta, ed è attualmente ancora attivo. La ricerca, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha implicazioni importanti non solo per lo studio del clima, ma anche per la nostra comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra, e dell’evoluzione del Sistema Solare.

Gli scienziati suggeriscono da tempo che l’orbita della Terra attorno al Sole si allunghi da pressoché circolare a circa il 5 percento ellittica, e poi si restringa di nuovo ogni 405.000 anni, ma finora i calcoli matematici si fermavano a 50 milioni di anni fa, a causa della complessità del problema da gestire. Si ritiene che l’allungamento dell’orbita sia il risultato di una complessa interazione con l’influenza gravitazionale di Venere e Giove. Il potere di Giove e Venere sulla nostra Terra deriva nel primo caso dalla grandezza del gigante gassoso, nel secondo dalla vicinanza di Venere. Secondo i ricercatori questo ciclo di allungamento dell’orbita terrestre ogni 405.000 risale ad almeno 250 milioni di anni fa, e potrebbe portare nuovi indizi relativamente alla precoce evoluzione dei dinosauri.

Le prove si basano su nuclei di rocce raccolti nel Petrified Forest National Park in Arizona, formatesi nel tardo Triassico, tra 209 e 215 milioni di anni fa, e su sedimenti in New Jersey. L’età è stata ricavata analizzando strati di cenere vulcanica intervallati, contenenti radioisotopi che decadono a un tasso prevedibile. All’interno dei sedimenti i ricercatori hanno rilevato ripetuti fenomeni di inversione del campo magnetico e, per quanto riguarda le rocce del New Jersey, cicli alternati di periodi secchi e umidi, che sono stati ricollegati ai sedimenti in Arizona.

Combinando i due insiemi di dati, il team ha dimostrato che entrambi i siti si sono sviluppati allo stesso tempo, e che l’intervallo di 405.000 anni esercita una sorta di controllo fondamentale sui cambiamenti climatici. Secondo Paul Olsen, uno degli autori, il ciclo non modifica direttamente il clima, ma intensifica o smorza gli effetti di cicli a breve termine, che agiscono più direttamente. Tali cicli, che si ricollegano a moti planetari, cambiano la porzione di energia solare che raggiunge alcune regioni della Terra, e questo può avere influenza sul clima.

Secondo Olsen e Dennis Kent della Rutgers University, a guida dello studio, ogni 405.000 anni, quando l’allungamento orbitale raggiunge il picco, le differenze stagionali causate da cicli più brevi diventano più intense, le estati sono più calde e gli inverni più freddi, il clima asciutto è più secco e quello umido più umido. L’opposto avviene 202.500 anni più tardi, quando l’orbita è pressoché circolare. Quindi il ciclo di 405.000 anni, collegato alla rotazione della Terra attorno al Sole, si presenta con forte alternanza di periodi secchi e umidi, e questo potrebbe aver avuto un effetto importante sullo sviluppo di forme di vita terrestri, così come sulla loro estinzione.
[ Barbara Bubbi ]

Image Credit: NASA’s Earth Observatory

https://phys.org/news/2018-05-ancient-scientists-climate-deep.html