16 Mar 2019 Il Giorno in cui la Terra Cambiò Volto
Evidenze geologiche e paleontologiche rinvenute in Cile rafforzano l’ipotesi che l’impatto distruttivo di uno sciame di comete sul nostro pianeta, avvenuto circa 12.800 anni fa, abbia provocato un improvviso e globale cambiamento climatico, con conseguenze devastanti sulla vita animale e umana del periodo.
Il geologo James Kennett dell’University of California, Santa Barbara, e i suoi collaboratori lavorano da anni per cercare segni di un evento di impatto maggiore avvenuto verso la fine del Pleistocene. L’idea non è nuova, e si rifà all’ipotesi dell’impatto del Dryas Recente, che suggerisce una collisione cometaria come causa di rapidi cambiamenti climatici, in particolare un calo improvviso della temperatura nell’emisfero nord, estinzione globale di megafauna, improvvisa riduzione della popolazione umana e incendi diffusi in periodo geologicamente breve. Il repentino raffreddamento climatico si è inserito inaspettatamente dopo un periodo generale di rialzo naturale delle temperature e di scioglimento dei ghiacci, ed è evidenziato da cambiamenti nelle registrazioni geologiche e fossili.
L’ipotesi è controversa fin dal tempo in cui è stata proposta: alcuni scienziati attribuiscono il cambiamento a sole cause terrestri. Ma il team ha individuato tempo fa una prova aggiuntiva a favore dell’ipotesi dell’impatto cometario: la scoperta di un cratere da impatto molto giovane, ampio 31 chilometri, al di sotto dei ghiacci della Groenlandia, probabilmente dovuto a uno dei molti frammenti di cometa piovuti sulla Terra appena prima del Dryas Recente. In un nuovo studio pubblicato su Nature Scientific Reports, Kennett e i suoi colleghi, guidati dal paleontologo cileno Mario Pino, presentano ulteriori prove dell’impatto cosmico, avvenuto per frammenti caduti in Sud America, che probabilmente ha contribuito al dilagare di incendi, al cambiamento climatico e alle estinzioni animali quasi 13.000 anni fa.
La scoperta parte da vari anni fa, quando un gruppo di scienziati cileni, studiando strati di sedimenti nel sito archeologico di Pilauco Bajo, riconobbe cambiamenti associabili all’evento di impatto del Dryas Recente. I rinvenimenti includevano uno strato “nero opaco”, dell’età di 12.800 anni, che coincideva temporalmente con la scomparsa di fossili di megafauna nel Pleistocene, con cambiamenti improvvisi nella vegetazione e con la scomparsa di manufatti umani. “Dal momento che la sequenza di questi eventi assomigliava parecchio a ciò che avevamo già descritto per il Nord America e l’Europa Occidentale, il gruppo ha deciso di realizzare analisi di indicatori, relazionabili all’impatto, nello strato geologico”. Sono state individuate, in effetti, microscopiche sferule, che si ritiene si siano formate per le estreme temperature associate con l’impatto. Lo strato contenente le sferule mostra concentrazioni elevate di platino e oro, e particelle di ferro nativo, piuttosto raro in natura. Inoltre le sferule cilene contengono un livello insolitamente alto di cromo, non presente nelle sferule precedentemente scoperte in Nord America. Gli strati sedimentari del sito cileno presentano anche pollini e semi che dimostrano bruschi cambiamenti nella vegetazione locale del periodo. La conclusione degli scienziati è quindi che frammenti della stessa cometa abbiano impattato anche in Sud America.
Tuttavia, al contrario dell’emisfero Nord, in cui le condizioni climatiche divennero più fredde e umide, l’emisfero Sud sperimentò la situazione opposta: mutazioni della vegetazione da condizioni umide, fredde a condizioni calde e secche. La rapidità con cui il clima è variato, nel giro di pochi anni, è attribuibile a cambiamenti nei sistemi atmosferici dovuti all’impatto, piuttosto che a processi oceanici più graduali. Si ritiene che l’impatto abbia contribuito considerevolmente all’estinzione di megafauna locale in Sud America, nonché al rapido declino della cultura Clovis, popolazione preistorica del Nord America. La conclusione degli scienziati è che l’impatto con uno sciame di comete quasi 13.000 anni fa abbia cambiato il volto del nostro pianeta a livello globale. “La scoperta costituisce un’ulteriore evidenza del fatto che l’insorgenza del periodo climatico del Dryas Recente sia dovuta a un evento globale estremo, con conseguenze devastanti sulla vita animale e umana del tempo”, conclude Kennett.
[ Barbara ]
Nell’immagine impressione artistica di un impatto distruttivo
Credit: NASA/Don Davis
https://eurekalert.org/pub_releases/2019-03/uoc–tdt031319.php