Una Maestosa Planetaria nel Compasso

Una Maestosa Planetaria nel Compasso

Lo smagliante cromatismo di questa ripresa dell’Osservatorio Gemini evidenzia la sorprendente complessità e l’abbagliante fascino di una nube derivante dalla morte di una stella di massa medio-piccola. Lo spettacolo cosmico è di breve durata: nel giro di poche migliaia di anni la bella nebulosa planetaria è destinata a scomparire per sempre nella notte oscura.

CVMP 1, localizzata a circa 6.500 anni luce di distanza nella Costellazione del Compasso, è una nube maestosa formatasi durante le fasi evolutive finali di una stella simile al Sole, che si è espansa in gigante rossa per poi espellere i suoi strati esterni tramite un impetuoso vento stellare. Man mano che l’atmosfera stellare si espande nello spazio, il caldo nucleo residuo della stella progenitrice colpisce il gas espulso con la sua cocente radiazione ultravioletta, portandolo a brillare. La bella nube risultante sfoggia il suo splendore in questa ripresa del Gemini Observatory, che utilizza due tra i più grandi e avanzati telescopi nell’ottico-infrarosso al mondo.

Nebulose planetarie come questa si formano in seguito alla morte di stelle con massa tra 0,8 e 8 volte quella solare. Stelle più massicce, infatti, terminano la loro vita con devastanti esplosioni note come supernove, mentre stelle meno massicce si spengono lentamente nel corso di miliardi e miliardi di anni. Lo spettacolo fornito da una nebulosa planetaria come questa è di breve durata: trascorrono appena una decina di migliaia di anni prima che la nube si disperda definitivamente nello spazio oscuro.

La grande diversità di forme riscontrabile nelle planetarie è dovuta a vari fattori, tra cui la varietà del sistema stellare progenitore, le cui caratteristiche influenzano notevolmente la derivante nebulosa planetaria. La presenza di stelle compagne, di pianeti in orbita o persino la rotazione della gigante rossa originaria possono contribuire a plasmare la forma della nube, anche se i processi dettagliati che portano alla nascita di strutture così complesse e varie non sono ancora ben compresi. Ma CVMP 1 è interessante al di là della sua bellezza puramente estetica.

In effetti gli astronomi hanno scoperto che i gas che costituiscono la nube sono altamente arricchiti di elio e azoto. Inoltre CVMP 1 è una delle planetarie più grandi conosciute. Simili indizi suggeriscono che la nube sia notevolmente evoluta e questa caratteristica la rende un oggetto ideale per studiare le fasi finali dell’evoluzione delle planetarie. Misurando, inoltre, la luce emessa dal gas nella nebulosa, gli astronomi hanno dedotto che la temperatura della stella centrale è di almeno 130.000 gradi Centigradi. Nonostante una temperatura così infernale, la stella è destinata a raffreddarsi progressivamente nel corso di migliaia di anni, fino a che la radiazione emessa non sarà più in grado di ionizzare il gas circostante e conseguentemente la bella nube scomparirà dalla nostra vista.

Credit: The international Gemini Observatory/NSF’s National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory/AURA

https://nationalastro.org/news/celestial-hourglass/