Risolto il Mistero di Steve

Risolto il Mistero di Steve

Gli scienziati hanno scoperto i meccanismi alla base della formazione dello spettacolare nastro di luci viola arricchito da bagliori verdi fluttuanti, che appare talvolta nel cielo notturno, un enigmatico fenomeno celeste noto con il nome di Steve.

La comunità scientifica ha iniziato a interessarsi al fenomeno due anni fa, riconoscendolo come qualcosa di nuovo, differente dalle tipiche luci aurorali, ma senza conoscere i meccanismi alla base della sua formazione. Al curioso e stupefacente fenomeno è stato assegnato il  nome di Steve (Strong Thermal Emission Velocity Enhancement). Steve illumina il cielo notturno con una splendida luce violacea, arricchita da strutture verdi ondeggianti, ed è una formazione lineare, che presenta un inizio e una fine, come un nastro colorato. Inoltre la sua durata è assai inferiore a quella delle normali aurore e viaggia lungo linee di campo magnetico differenti, volteggiando in cielo a latitudini molto più basse. Secondo il nuovo studio due diversi meccanismi sono alla base del fotogenico fenomeno: il riscaldamento di particelle cariche nell’atmosfera e un processo simile a quello che genera le usuali aurore polari.

Le aurore sono prodotte nell’atmosfera superiore della Terra da atomi eccitati da particelle cariche che piovono nella ionosfera per effetto del vento solare. In uno studio del 2018, riportato in questo articolo https://bit.ly/2PCqgzL , gli scienziati avevano determinato che l’enigmatico nastro violaceo non era catalogabile come aurora, ma poteva essere considerato un fenomeno celeste del tutto nuovo. Gli autori del nuovo studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, hanno analizzato dati e immagini da terra relativi all’evento, concludendo che l’arco porpora e le luci verdastre che lo accompagnano sono due fenomeni distinti, causati da processi differenti. Le strutture lineari verdastre sono provocate da un meccanismo simile a quello delle aurore, mentre il nastro violaceo è causato da riscaldamento di particelle cariche nell’alta atmosfera, un processo simile a quello che fa illuminare le lampadine a bulbo.

Il nastro violaceo ripreso nell’Aprile 2018 in British Columbia, Canada. Credit: Ryan Sault

“L’aurora è caratterizzata da precipitazione di particelle, invece il bagliore di Steve proviene da riscaldamento, senza precipitazione di particelle”, spiega said Bea Gallardo-Lacourt dell’University of Calgary, tra gli autori dello studio. “Le particelle che provocano le strutture verdi fluttuanti sono invece riconducibili a un’aurora, sebbene il fenomeno avvenga al di fuori della zona aurorale, e quindi sia comunque unico”. Le immagini di Steve sono di per sè spettacolari a vedersi, ma possono anche aiutare gli scienziati a comprendere meglio i processi in atto nell’atmosfera terrestre. Gli autori dello studio hanno analizzato dai di vari satelliti ottenuti durante eventi Steve nell’Aprile 2008 e nel Marzo 2016, per misurare i campi elettrici e magnetico nella magnetosfera terrestre in quel periodo, prendendo anche in esame fotografie di Steve immortalate da astrofotografi negli ultimi anni. È stato scoperto che, durante gli eventi, un “fiume” di particelle cariche nella ionosfera terrestre collide, creando attrito che riscalda le particelle e fa sì che emettano luce porpora.

Lo studio ha permesso inoltre di determinare che le formazioni lineari verdastre sono alimentate da elettroni energetici che fluiscono migliaia di chilometri al di sopra della superficie terrestre. Anche se il processo è simile a quello alla base delle aurore, questi elettroni impattano sull’atmosfera a latitudini molto più basse. I ricercatori hanno scoperto che i bagliori verdi fluttuanti si presentano in entrambi gli emisferi allo stesso tempo, pertanto la sorgente del fenomeno è situata sufficientemente in alto al di sopra della superficie terrestre da avere impatto su entrambi gli emisferi simultaneamente.

Nell’immagine il fenomeno Steve catturato nello stato di Washington, USA, nel Maggio 2016
Credit: Rocky Raybell

https://news.agu.org/press-release/scientists-discover-what-powers-celestial-phenomenon-steve/