Il Nesso Mancante nella Formazione dei Pianeti

Il Nesso Mancante nella Formazione dei Pianeti

Per la prima volta gli astronomi hanno individuato un corpo celeste del raggio di appena 1,3 chilometri ai confini del Sistema Solare. Oggetti di simili dimensioni, la cui esistenza è teorizzata da decenni, rappresentano un traguardo fondamentale nei processi di formazione planetaria: il passaggio dall’amalgamarsi iniziale di minuscole polveri cosmiche alla nascita di veri e propri pianeti.

La Fascia di Kuiper è un insieme di piccoli corpi celesti localizzati al di là dell’orbita di Nettuno, tra i quali il più noto è Plutone. Si ritiene che questi oggetti remoti siano residui rimasti dal lontano periodo della nascita del Sistema Solare. Mentre i piccoli corpi nel Sistema Solare interno sono stati alterati nel corso del tempo da radiazione solare, collisioni e gravità dei vicini pianeti, gli oggetti della Fascia di Kuiper mantengono condizioni primordiali, e sono quindi di fondamentale importanza per capire i processi che hanno portato alla nascita dei pianeti come la Terra.

Si sapeva che dovessero esistere oggetti nella Fascia con dimensione tra 1 e vari chilometri, ma sono troppo distanti, piccoli e fiochi per poterli osservare direttamente, persino utilizzando i più potenti telescopi. Pertanto un team guidato da Ko Arimatsu del National Astronomical Observatory of Japan ha utilizzato una tecnica chiamata occultazione, monitorando un gran numero di stelle e cercando l’ombra di un oggetto in passaggio di fronte ad una di esse. Il team della campagna osservativa Organized Autotelescopes for Serendipitous Event Survey (OASES) ha osservato circa 2.000 stelle per un totale di 60 ore. Analizzando i dati, i ricercatori hanno scoperto un evento coerente con l’occultazione di una stella, che sembrava diminuire in luminosità per il passaggio di un oggetto del raggio di 1,3 chilometri. La scoperta suggerisce che simili piccoli corpi celesti siano più numerosi del previsto, e supporta i modelli secondo cui i planetesimi crescono gradualmente fino ad assumere dimensioni chilometriche, prima che una rapida crescita li porti a fondersi insieme per formare pianeti. Lo studio è pubblicato su Nature Astronomy.
[ Barbara ]

Nell’immagine impressione artistica dell’oggetto scoperto
Credit: Ko Arimatsu

https://phys.org/news/2019-01-missing-link-planet-evolution.html