Siamo Tornati su Marte!

Siamo Tornati su Marte!

Il viaggio di InSight, durato sei mesi, è giunto a conclusione: la sonda della NASA ha raggiunto con successo la superficie del Pianeta Rosso. Scopo della missione è studiare l’interno e la geologia di Marte, contribuendo a risolvere questioni fondamentali relative alla formazione e all’evoluzione dei pianeti rocciosi.

“Marte e la Terra sono stati plasmati da materiale molto simile”, spiega Bruce Banerdt, principal investigator di InSight al Jet Propulsion Laboratory. “Perché sono diventati così diversi? Le nostre misurazioni ci aiuteranno a portare indietro l’orologio e a comprendere cosa ha prodotto una Terra verdeggiante e un Marte desertico”. Molto tempo fa, Marte ha smesso di evolvere attivamente, mentre la Terra è rimasta viva, sviluppando un meccanismo di tettonica a placche, che ha contribuito alla nascita della vita. Il fatto che Marte non presenti tettonica a placche suggerisce che non vi sia stata una significativa suddivisione e mobilità di zolle crostali, un ‘riciclaggio’ della crosta dovuto a interazioni col mantello, che hanno invece permesso alla Terra di mantenersi vitale. Studiare la crosta e il mantello di Marte può aiutarci a capire la costituzione della materia primitiva da cui si sono formati i pianeti rocciosi e quali processi hanno influito nel corso della loro evoluzione.

Per esplorare il cuore di Marte Insight sonderà l’attività e la struttura interna, la temperatura e i moti del pianeta all’interno della sua orbita attorno al Sole. L’utilizzo del sismometro Seismic Experiment for Interior Structure (SEIS) permetterà di analizzare le onde sismiche per studiare la stratificazione geologica di Marte, nonché la sua composizione alla formazione e la sua evoluzione. Ogni pianeta trattiene al suo interno una riserva di calore. Parte è intrappolato alla formazione del pianeta, mentre altro calore deriva dal decadimento dei materiali radioattivi nel corso del tempo. Questo calore gradualmente può trovare la strada verso la superficie, fondendo strati di roccia, fratturando la crosta o creando vulcani che rilasciano elementi volatili nell’atmosfera. La sonda termometrica Heat Flow and Physical Properties Package (HP3) di cui InSight è dotato, misurerà il calore del sottosuolo marziano, contribuendo a spiegare come questo calore ha plasmato la superficie del pianeta nel corso del tempo e a renderlo più o meno abitabile.

Il calore permette il mantenimento del nucleo fuso di un pianeta. Gli elementi metallici nel nucleo generano correnti elettriche durante il movimento, producendo un campo magnetico, lo scudo indispensabile per proteggere il pianeta dalla cocente radiazione solare e per permettere lo sviluppo della vita. Un tempo Marte aveva un campo magnetico forte, che è in gran parte scomparso miliardi di anni fa, lasciando il pianeta privo di protezione.

Per comprendere questo processo gli scienziati di InSight intendono studiare il nucleo del pianeta. Il fatto che il nucleo sia solido, liquido o una combinazione dei due ha influenza sul modo in cui il pianeta oscilla sul suo asse. Un esperimento radio chiamato Rotation and Structure Experiment (RISE) misurerà i minimi cambiamenti nella posizione del lander, il che aiuterà gli scienziati a sondare la rotazione di Marte. Questi dati, combinati con quelli relativi a calore e stratificazione, ci permetteranno di penetrare nei misteri del nucleo di Marte e forse capire i processi che hanno portato alla perdita del suo campo magnetico.

Esaminando il cuore più profondo e oscuro di Marte, gli scienziati si propongono di svelare indizi fondamentali sulla formazione dei pianeti rocciosi del Sistema Solare oltre 4,5 miliardi di anni fa, e sui processi che li hanno portati ad evolvere in modo così differente.

Credit: NASA/JPL-Caltech