Da Hubble Nuove Conferme per la Prima Esoluna

Da Hubble Nuove Conferme per la Prima Esoluna

Grazie a osservazioni del telescopio Hubble gli astronomi hanno ottenuto ulteriori conferme della presenza di una luna attorno all’esopianeta Kepler-1625b. L’esoluna avrebbe una dimensione simile a quella di Nettuno e potrebbe rivelarsi il primo satellite scoperto al di fuori del Sistema Solare. I risultati dello studio sono pubblicati su Science Advances.

Nel 2017 i dati del telescopio Kepler avevano suggerito la presenza di un’esoluna in orbita attorno al pianeta Kepler-1625b, situato a circa 4.000 anni luce di distanza dalla Terra. Ora due scienziati della Columbia University a New York hanno utilizzato il telescopio Hubble per studiare la stella Kepler-1625 e il suo pianeta con maggiore dettaglio. Le nuove osservazioni confermano la possibile presenza di una grande esoluna attorno al mondo alieno: potrebbe trattarsi della prima volta in cui viene individuata una luna al di fuori del Sistema Solare. “Questa scoperta potrebbe rivelare nuovi indizi sullo sviluppo dei sistemi planetari e potrebbe portare gli astronomi a rivedere le loro teorie sulla formazione delle lune”, afferma Alex Teachey, a guida dello studio.

In effetti non esistono spiegazioni per la formazione di una simile megaluna, in base a ciò che conosciamo sulla formazione dei satelliti nel nostro Sistema Solare: nè in seguito a un impatto gigante che possa aver colpito un pianeta, nè in seguito ad accumulo di detriti in orbita attorno ad un pianeta, residui della nascita del sistema, nè per cattura da parte di un pianeta. La candidata luna, chiamata Kepler-1625b-i, è insolita per la sua grande dimensione, avendo un diametro paragonabile a quello di Nettuno. Anche il suo pianeta, Kepler-1625b, vanta una stazza notevole, trattandosi di un gigante gassoso varie volte più massiccio di Giove, in orbita attorno alla sua stella a una distanza simile a quella tra la Terra e il Sole, il che lo colloca nel bordo interno della zona abitabile.

Per scovare l’esoluna, il team ha osservato il pianeta durante il transito di fronte alla sua stella, transito che provoca un calo nella luce stellare. “Abbiamo osservato piccole deviazioni e oscillazioni nella curva di luce che hanno catturato la nostra attenzione”, spiega David Kipping, tra gli autori dello studio. Il pianeta è stato osservato da Hubble prima e dopo il suo transito della durata di 19 ore. Dopo la fine del transito, Hubble ha rilevato un secondo calo molto più ridotto nella luce stellare circa 3,5 ore più tardi, coerentemente con l’effetto causato dalla presenza di una luna a seguito del pianeta. Sfortunatamente, il tempo di osservazione di Hubble è terminato prima che potesse essere catturato il transito completo dell’esoluna.

In aggiunta a questo secondo calo nella curva di luce, Hubble ha permesso di confermare ulteriormente l’ipotesi rilevando il transito del pianeta oltre un’ora più tardi del previsto. Questo è coerente con il modello di un sistema in cui il pianeta e la sua luna orbitano attorno a un comune centro di gravità, facendo sì che il pianeta oscilli dalla sua posizione prevista. In linea di principio, questa anomalia potrebbe essere provocata dalla presenza di un ipotetico secondo pianeta, ma il telescopio Kepler non ha trovato traccia di ulteriori pianeti in orbita attorno alla stella. Tuttavia, saranno necessarie future osservazioni del telescopio Hubble per confermare definitivamente l’esistenza della megaluna. “Se sarà confermata, Kepler-1625b-i rappresenterà certamente un mistero interessante da risolvere per i teorici”, conclude Kipping.
[ Barbara Bubbi ]

https://www.spacetelescope.org/news/heic1817/

Nell’immagine rappresentazione artistica del Sistema

Credit: NASA, ESA