Archeologia della Via Lattea

Archeologia della Via Lattea

Grazie a una valutazione statistica sistematica di 257 tra flussi stellari, ammassi globulari e galassie satellite della nostra, un team di astronomi ha identificato i resti di sei galassie più piccole, distrutte in seguito ad antiche fusioni con la Via Lattea. I risultati rappresentano un importante passo avanti verso una comprensione più completa della storia della nostra casa galattica.

La Via Lattea ha iniziato a formarsi circa 12 miliardi di anni fa. Da allora è cresciuta in massa e dimensione attraverso una serie di fusioni con altre galassie. Come tutte le spirali, la Via Lattea è circondata da un alone sferico di stelle, che costituisce una sorta di involucro per il disco galattico. Questo alone contiene le stelle più antiche della galassia e rappresenta un vero e proprio archivio delle interazioni tra la Via Lattea e le sue piccole compagne vicine. Nel corso di miliardi di anni, qualche galassia minore si è avvicinata alla nostra tanto da essere catturata dalla sua stretta gravitazionale. Tipicamente, una simile interazione provoca la formazione di lunghi flussi di gas e stelle, un tempo appartenenti alla galassia catturata, che si estendono nello spazio e possono entrare a far parte dell’alone della Via Lattea. Anche gli ammassi globulari e le mini-galassie satelliti della galassia distrutta possono finire per inserirsi in questo alone.

Nell’immagine rappresentazione artistica della Via Lattea rivelata dai dati di Gaia. I quadrati rappresentano la posizione di ammassi globulari, i triangoli di galassie satelliti e i piccoli puntini sono i flussi stellari. I punti e i quadrati in viola sono oggetti che erano parte della galassia distrutta Ponto. Image via ESA

Il nuovo studio si è posto l’ambizioso obiettivo di raccogliere dati su flussi stellari, ammassi globulari e galassie satelliti della nostra per creare un “atlante delle fusioni”, una mappa che mostri quale di questi oggetti rappresentano i resti di specifiche fusioni galattiche di cui la Via Lattea è stata protagonista. Le osservazioni del satellite Gaia hanno fornito dati precisi su oltre un miliardo di stelle, riguardanti le loro posizioni e il loro moto in cielo. Stelle vicine tra loro che si muovono insieme lungo la stessa direzione formando strutture allungate fanno parte del medesimo flusso stellare. In totale i ricercatori hanno studiato 170 ammassi globulari, 41 flussi stellari e 46 galassie nane satelliti della Via Lattea, scoprendo che il 25 percento di questi oggetti ricade in sei gruppi distinti. Ogni gruppo rappresenta i resti di una fusione avvenuta miliardi di anni fa tra la Via Lattea e una galassia più piccola.

Cinque di queste galassie ormai distrutte erano già state identificate e sono note come Sagittarius, Cetus, Gaia-Sausage/Enceladus, LMS-1/Wukong, e Arjuna/Sequoia/I’itoi. Ma gli astronomi hanno identificato un sesto evento di fusione con un’ulteriore galassia, soprannominata Ponto dal nome di uno dei figli di Gaia nella mitologia greca. Secondo il team Ponto è stata inglobata dalla Via Lattea tra 8 e 10 miliardi di anni fa, nello stesso arco temporale in cui sono avvenute altre quattro delle fusioni identificate. Il sesto evento, che ha coinvolto la galassia Sagittarius, ha avuto luogo più recentemente, tra 5 e 6 miliardi di anni fa, tanto che la Via Lattea non ha ancora distrutto del tutto la sua piccola compagna. Grazie a studi come questo, gli astronomi stanno via via ricostruendo i processi che nel corso di miliardi di anni hanno contribuito a forgiare la nostra galassia così come oggi la osserviamo. Lo studio, guidato da Khyati Malhan of the Max Planck Institute for Astronomy, è stato pubblicato su Astrophysical Journal.

Nell’immagine rappresentazione artistica dei flussi di stelle della galassia nana del Sagittario, in orbita attorno alla Via Lattea. Il punto giallo indica la posizione del Sole.
Credit: Amanda Smith, Institute of Astronomy, University of Cambridge

https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Images/2022/02/Gaia_reveals_a_new_member_of_the_Milky_Way_family