M27: La Nebulosa Manubrio

M27: La Nebulosa Manubrio

Una delicata trama di strutture e filamenti, inseriti in una bolla gassosa di notevole impatto visivo, rivela tutto lo splendore della Nebulosa Manubrio. L’accattivante nube, dalla geometria simmetrica e complessa, si trova a oltre 1.200 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione della Volpetta, ed è un tipico esempio di nebulosa planetaria, l’addio evanescente di una stella simile al Sole. Quando il combustibile necessario per le reazioni di fusione nucleare si esaurisce, tali stelle vanno incontro alla fine della loro vita gloriosa, espandendosi in giganti rosse per poi espellere gli strati gassosi esterni. Questo materiale viene soffiato via da possenti venti stellari ed energizzato dalla cocente radiazione ultravioletta del caldo nucleo stellare residuo, portando alla creazione di una nube dai colori brillanti attorno alla stella morente. Il cuore della nebulosa ospita la stella esausta, destinata a trasformarsi in una densa e compatta nana bianca.

Il bagliore delicato ed effimero diffuso dalla planetaria è destinato a svanire nel giro di un battito di ciglia dal punto di vista astronomico, appena una decina di migliaia di anni: man mano che il guscio gassoso della nube si espanderà e diverrà più fioco, scomparirà dalla vista, dissolvendosi infine nella notte oscura. Il resto stellare si raffredderà gradualmente, diventando sempre più fioco e concludendo i suoi giorni come fantasma di una stella un tempo maestosa. Le nebulose planetarie svolgono un ruolo fondamentale nell’arricchimento chimico e nell’evoluzione dell’Universo: elementi come carbonio e azoto vengono creati in queste stelle e restituiti al mezzo interstellare, un materiale prezioso che andrà a far parte di nuove stelle e pianeti.

La Nebulosa Manubrio è annoverata come la prima planetaria mai scoperta: Charles Messier la osservò nel 1764 e la inserì al numero 27 del suo noto catalogo. Comprendere la fisica di Messier 27 era ben difficile per la scienza del XVIII secolo: persino oggi, molti aspetti dei complessi processi che portano alla formazione di planetarie come questa rimangono oscuri. Il nome con cui è più nota Messier 27 si deve a osservazioni dell’astronomo John Herschel, secondo il quale la parte più visibile ricordava proprio un manubrio. Grazie al telescopio Hubble sono stati individuati nel cuore della nebulosa molti addensamenti di gas e polveri, dall’aspetto simile a code cometarie rivolte verso la stella centrale. La nana bianca è una delle più grandi del suo tipo, con un massa simile a quella solare racchiusa in una sfera dal raggio superiore a quello del pianeta Urano. Mentre la stella morente emette principalmente radiazione a alta energia nella parte non visibile dello spettro elettromagnetico, la nebulosa Manubrio è una delle più brillanti in cielo: la sua luminosità e la sua estensione, pari a oltre 3 anni luce, la rendono un ottimo obiettivo per gli astrofili.

Image Credit & Copyright: Steve Mazlin

https://apod.nasa.gov/apod/ap191203.html

APOD
2019 Dec 03