Penetrando nei Misteri delle Supergiganti Blu

Penetrando nei Misteri delle Supergiganti Blu

Stelle rare ed enigmatiche, luminosissime e caldissime, con masse decine di volte quella solare, le supergiganti blu sono al centro di un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy. Secondo i ricercatori, le loro variazioni in luminosità sono dovute a onde di gravità provenienti dal loro cuore, che si propagano fino in superficie.

Utilizzando dati dei telescopi Kepler e Tess della NASA, un team di scienziati, guidato dalla Katholieke Universiteit Leuven in Belgio, ha scoperto che quasi tutte le stelle giganti blu “scintillano” e variano in luminosità per effetto di fluttuazioni in superficie. Le onde di gravità hanno origine nel cuore profondo delle stelle e possono essere studiate utilizzando l’astrosismologia, tecnica simile a quella che permette ai sismologi di sondare l’interno della Terra analizzando i terremoti. Secondo gli autori, dalle osservazioni di tali onde possono essere studiate caratteristiche stellari impossibili da scoprire tramite altre tecniche astronomiche.

“Le stelle nell’Universo risplendono con varie forme, dimensioni e colori. Alcune stelle, come il nostro Sole, vivono tranquillamente per miliardi di anni. Ma le stelle massicce hanno una vita molto più breve e più attiva, prima di esplodere in supernove ed espellere il loro materiale nello spazio. In linea con le nostre previsioni, queste ultime osservazioni hanno confermato la presenza di due tipi di onde, in grado di fornirci informazioni differenti sulla stella”, spiega Rogers della Newcastle University, coautore dello studio.

“Ci sono le onde che si spezzano in superficie, come avviene per le onde che si infrangono su una spiaggia, e onde persistenti, che continuano a propagarsi, in modo simile alle onde sismiche terrestri. Da queste informazioni possiamo iniziare a comprendere il moto e la rotazione della stella, e la fisica e la chimica dei processi che avvengono al suo interno, incluso il nucleo stellare. Anche se questo tipo di onde era previsto dalla teoria, finora si utilizzavano solo simulazioni. Osservarle davvero all’opera nei dati dei telescopi e provare che sono reali è stata un’esperienza quasi incredibile per noi”.

“Stiamo entrando in un’età dell’oro per l’astrosismologia delle stelle calde e massicce, grazie a telescopi spaziali moderni. La scoperta di queste onde nelle supergiganti blu ci consente di studiare le stelle progenitrici delle supernove sotto una nuova prospettiva”, conclude Dominic Bowman, a guida dello studio.
[ Barbara ]

Nell’immagine impressione artistica di Zeta Puppis, una calda supergigante blu
Image credit: Tahina Ramiaramanantsoa

https://eurekalert.org/pub_releases/2019-05/nu-sot050619.php