Tripudio di stelle in una remota galassia

Tripudio di stelle in una remota galassia

 

Una galassia distante, scoperta recentemente, si illumina del bagliore di una quantità straordinaria di stelle neonate, formandole ad un ritmo forsennato. La prolifica galassia, chiamata SPT 0346-52, si trova a 12,7 miliardi di anni luce dalla Terra ed è stata quindi osservata circa un miliardo di anni dopo il Big Bang.

Dopo aver scoperto questa fucina di nuove stelle tramite il South Pole Telescope (SPT) gli astronomi hanno effettuato osservazioni con diversi telescopi spaziali e terrestri. In precedenza dati dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) avevano rivelato un’emissione estremamente brillante negli infrarossi, suggerendo che la galassia stesse attraversando fenomenali episodi di formazione stellare.

Tuttavia era rimasta in piedi una spiegazione alternativa: gran parte dell’emissione nell’infrarosso poteva essere dovuta alla presenza di un vorace buco nero supermassiccio in rapida crescita nel centro galattico. Il gas in caduta verso un buco nero può diventare molto caldo e luminoso, facendo sì che gas e polveri circostanti brillino in luce infrarossa. Per esplorare questa possibilità i ricercatori hanno utilizzato l’osservatorio Chandra e il radiotelescopio Australia Telescope Compact Array.

Non è stata rilevata emissione radio o di raggi X, quindi gli astronomi hanno potuto escludere che un eventuale buco nero fosse responsabile della maggior parte del bagliore negli infrarossi. “Adesso sappiamo che in questo oggetto non si annida un buco nero ingordo, ma la galassia sta brillando davvero per la luce di stelle neonate”, ha detto Jingzhe Ma dell’University of Florida a Gainesville, a guida dello studio. “Questo studio può fornirci informazioni sul modo in cui evolvono le galassie e le stelle al loro interno durante alcuni periodi del giovane Universo”.

In questa straordinaria incubatrice stellare si stanno formando stelle ad un tasso di circa 4.500 masse solari all’anno, uno dei tassi più alti mai rilevati. Basti pensare che nella Via Lattea il tasso di formazione è di una massa solare per anno. “Gli astronomi si riferiscono a simili galassie col termine ‘galassie starbust’, ma il nome non rende giustizia a questo oggetto: noi la chiamiamo galassia ‘hyper-starbust'”, ha affermato il co-autore Anthony Gonzalez.

Gli astronomi, studiando oggetti straordinari come SPT0346-52, possono apprendere maggiori informazioni sulla crescita delle galassie massicce e sui buchi neri supermassicci presenti al loro centro. SPT0346-52 è interessante perché è stata osservata un’incredibile attività di nascita stellare ma non è stata ancora trovata evidenza di un buco nero supermassiccio in crescita.

Gli scienziati hanno intenzione di continuare a studiare questa galassia con maggiore dettaglio per comprendere quale meccanismo abbia innescato questi fuochi d’artificio di astri nascenti e quale effetto possa avere sulla crescita del buco nero. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal.
[ Barbara Bubbi ]

http://chandra.si.edu/press/16_releases/press_120816.html

Credit: X-ray: NASA/CXC/Univ of Florida/J.Ma et al; Optical: NASA/STScI; Infrared: NASA/JPL-Caltech; Radio: ESO/NAOJ/NRAO/ALMA; Simulation: Simons Fdn./Moore Fdn./Flatiron Inst./Caltech/C. Hayward & P. Hopkins