Mercurio e i suoi vulcani

Mercurio e i suoi vulcani

Una nuova ricerca condotta dalla North Carolina State University ritiene che la principale attività vulcanica sul pianeta Mercurio molto probabilmente si sia conclusa circa 3,5 miliardi di anni fa. Questi risultati ci forniscono uno spaccato sull’evoluzione geologica di Mercurio, ma anche sui processi in atto quando i pianeti rocciosi si raffreddano e in generale si contraggono.

Ci sono due tipi di attività vulcanica: effusiva ed esplosiva. Il vulcanismo esplosivo è spesso un evento violento che si traduce in grandi eruzioni con cenere e detriti, come ad esempio l’eruzione di Monte Saint Helens nel 1980. Il vulcanismo effusivo si riferisce alle colate di lava fluida che si riversano gradualmente sul paesaggio, in assenza di fenomeni esplosivi, un processo chiave attraverso il quale i pianeti formano le croste.

Determinare le età dei depositi vulcanici effusivi può fornire ai ricercatori informazioni sulla storia geologica del pianeta. Ad esempio, il vulcanismo effusivo fu attivo fino a poche centinaia di milioni di anni fa su Venere, pochi milioni di anni fa su Marte, e si svolge ancora oggi sulla Terra. Fino ad ora, la durata dell’attività vulcanica effusiva su Mercurio non era nota.

Paul Byrne e i suoi colleghi hanno determinato quando la maggior parte del vulcanismo di Mercurio si è concluso utilizzando immagini della superficie riprese dalla missione MESSENGER della NASA. Poiché non ci sono campioni fisici del pianeta che potrebbero essere utilizzati per la datazione, i ricercatori hanno sfruttato l’analisi della frequenza delle dimensioni dei crateri per calcolare le età assolute dei depositi vulcanici effusivi su Mercurio.

Secondo i loro risultati, il maggiore vulcanismo su Mercurio sarebbe cessato circa 3,5 miliardi di anni fa, in netto contrasto con le epoche vulcaniche rinvenute su Venere, Marte e la Terra. “C’è una differenza geologica enorme tra Mercurio e la Terra, Marte o Venere”, dice Byrne. “Mercurio ha un mantello molto più piccolo rispetto a quello di altri pianeti, e così ha perso il suo calore molto prima. Come risultato, Mercurio ha iniziato a contrarsi e la crosta sostanzialmente ha sigillato eventuali condotti attraverso cui il magma avrebbe potuto raggiungere la superficie”.

“Ora che siamo in grado di spiegare le osservazioni eseguite delle proprietà vulcaniche e tettoniche di Mercurio, abbiamo una storia coerente della sua formazione geologica e della sua evoluzione, così come nuove indicazioni su ciò che accade quando i corpi planetari si raffreddano e si contraggono”, continua Byrne. La ricerca è stata pubblicata su Geophysical Research Letters.

http://phys.org/news/2016-08-volcanic-mercury-billion-years.html

Credit: NASA / Johns Hopkins Applied Physics Lab / Carnegie Institution di Washington