Le Vagabonde Blu di Messier 53

Le Vagabonde Blu di Messier 53

Centinaia di migliaia di stelle, tenute insieme dalla gravità in una forma sferica che si estende per circa 200 anni luce, popolano l’ammasso Messier 53, ripreso con chiarezza cristallina in questa immagine del telescopio Hubble. Se il Sole risplendesse in questo ammasso, il cielo notturno dei suoi pianeti brillerebbe della luce di miriadi di stelle, mediamente un migliaio di volte più luminose rispetto a quelle che rischiarano le nostre notti. Si ritiene che ogni galassia abbia una sua popolazione di ammassi globulari: alcune, come la Via Lattea, ne hanno poche centinaia, mentre attorno al centro di galassie ellittiche giganti possono orbitare varie migliaia di globulari. Messier 53, catalogato anche come NGC 5024, è uno dei circa 200 ammassi globulari della Via Lattea. Il raggruppamento stellare, uno dei globulari più lontani dalla Terra, è localizzato a oltre 58.000 anni luce di distanza da noi nella Costellazione della Chioma di Berenice e la sua distanza dal centro galattico è molto simile, pari a circa 60.000 anni luce.

Con un’età stimata di poco inferiore a 13 miliardi di anni, quasi antico quanto l’Universo stesso, Messier 53 rappresenta un residuo fossile del cosmo primordiale. Al suo interno risplendono stelle assai povere di metalli. I primi raggruppamenti di stelle dell’Universo erano chimicamente semplici, composti da idrogeno, elio e poco litio, elementi forgiati dopo il Big Bang. Le stelle delle generazioni successive si formarono da materiale accumulato da popolazioni di stelle precedenti, capaci di produrre metalli durante la loro vita e in seguito alla loro morte.

Tra le antiche stelle di Messier 53, gli astronomi hanno individuato oltre una cinquantina di RR Lyrae, stelle variabili molto utili per stimare la distanza degli ammassi globulari, oltre a una pulsar millisecondo, una stella di neutroni in rapidissima rotazione che sottrae materiale da una stella compagna. Ma Messier 53 ospita anche un numero insolitamente alto di stelle enigmatiche chiamate “vagabonde blu”, che appaiono meno antiche e più brillanti rispetto a quanto dovrebbero essere, imitando l’aspetto di stelle calde e giovani.

In effetti gli ammassi globulari sono oggetti straordinari da studiare, perché, data la loro veneranda età e l’elevata densità di stelle al loro interno, permettono l’osservazione di comportamenti stellari curiosi. Nel denso cuore di tali ammassi, non sono rari episodi di incontri, fusioni e cannibalismo tra le varie stelle. Anche se la natura delle stelle vagabonde blu rimane per certi versi misteriosa, si ritiene che questi oggetti derivino da incontri ravvicinati o collisioni tra stelle appartenenti all’ammasso. L’unione tra due stelle può portare alla formazione di una singola stella più massiccia, nonché più calda e luminosa rispetto alle altre stelle di età simile. In questa meravigliosa immagine ben definita, persino vicino al denso nucleo dell’ammasso, le vecchie stelle rosse, le giganti blu e le ringiovanite vagabonde blu spiccano in sfumature colorate.

Image Credit: ESA/Hubble, NASA

https://apod.nasa.gov/apod/ap210207.html

Astronomy Picture of the Day (APOD)
2021 Feb 07