La Cometa di Rosetta Sotto Stress

La Cometa di Rosetta Sotto Stress

Utilizzando i dati della missione Rosetta sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, gli scienziati hanno chiarito i meccanismi che hanno contribuito a plasmare la struttura della visitatrice celeste nel corso di miliardi di anni. Profonde fratture individuate in superficie deriverebbero da deformazioni meccaniche che agiscono da miliardi di anni.

Sembra che le comete con forma a doppio lobo siano piuttosto comuni nel Sistema Solare, e si ritiene si siano formate in seguito a una lenta collisione tra due antichi oggetti, nelle fasi primordiali della formazione del Sistema Solare, circa 4,5 miliardi di anni fa. “Abbiamo scoperto reti di fratture che penetrano per 500 metri nel sottosuolo e si estendono per centinaia di metri”, spiega Christophe Matonti dell’Università di Aix-Marseille. “Queste formazioni geologiche sono state create da sollecitazione di taglio, una forza meccanica che agisce spesso durante i terremoti o nei ghiacciai sulla Terra, quando due blocchi contigui si spingono e si muovono reciprocamente in direzioni diverse. Questa scoperta è davvero entusiasmante: rivela molte informazioni su forma, struttura interna della cometa e sul modo in cui è cambiata ed evoluta nel tempo”.

Il modello sviluppato dal team ha rivelato sollecitazioni meccaniche particolarmente evidenti presso il “collo” della cometa, la parte che connette i due lobi. Le osservazioni suggeriscono che le deformazioni dovute a movimento relativo tra blocchi abbiano agito globalmente su tutta la cometa, e in particolare presso il collo. Il fatto che le fratture abbiano potuto propagarsi così in profondità conferma inoltre che il materiale all’interno della cometa è relativamente fragile.

“Nessuna delle nostre osservazioni può essere spiegata sulla base di processi dovuti al calore”, spiega Nick Attree dell’University of Stirling, UK. “I dati hanno senso soltanto prendendo in considerazione una sollecitazione di taglio, che ha agito su tutta la cometa e in special modo attorno al collo, e che l’ha deformata e fratturata nel corso di miliardi di anni”. La sublimazione, il processo per cui il ghiaccio passa direttamente allo stato di vapore, è un altro fattore che può influenzare l’aspetto di una cometa. In particolare, quando una cometa passa più vicino al Sole, si riscalda e perde più rapidamente i suoi ghiacci.

Si ritiene che le comete siano residui della formazione del Sistema Solare, un lontano periodo in cui erano immagazzinate in vaste nubi alle periferie del sistema, prima di iniziare il loro viaggio verso l’interno. Probabilmente è stato durante questa fase iniziale che la cometa ha acquisito la sua forma bilobata. Il nuovo studio suggerisce che, persino a grandi distanze dal Sole, le deformazioni meccaniche abbiano agito su tempi scala di miliardi di anni, mentre il processo di sublimazione ha avuto luogo su tempi scala più brevi, dell’ordine dei milioni di anni, contribuendo a plasmare la struttura della cometa.

Recenti immagini inviate dalla sonda New Horizons in missione presso Ultima Thule, un oggetto transnettuniano nella Fascia di Kuiper, hanno rivelato che anche questo corpo celeste ha una forma a doppio lobo, anche se in qualche modo più schiacciato rispetto alla cometa di Rosetta. “Le similitudini nella forma sono promettenti, ma non sembra che in Ultima Thule siano presenti le stesse strutture dovute a deformazione meccanica”, commenta Matonti. “Le comete sono strumenti fondamentali per indagare sulla formazione e sull’evoluzione del Sistema Solare”, aggiunge Matt Taylor, Project Scientist della missione Rosetta. “Abbiamo esplorato solo una manciata di comete, e 67P è di gran lunga quella che abbiamo osservato con maggiore dettaglio. Rosetta ci sta rivelando così tante informazioni su queste visitatrici misteriose! Grazie agli ultimi risultati possiamo studiare i confini esterni e i periodi primordiali del Sistema Solare, come non eravamo mai riusciti a fare prima”.
[ Barbara ]

Nell’immagine Ultima Thule ripreso dalla sonda New Horizons (a sinistra) e la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko ripresa dalla missione Rosetta (a destra)
Copyright Left: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute; right: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0

http://m.esa.int/Our_Activities/Space_Science/Rosetta/Rosetta_s_comet_sculpted_by_stress