29 Mag 2018 L’Alba di Chury
Un nuovo studio, guidato dal Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania e pubblicato su Nature Astronomy, identifica la particolare conformazione della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko come causa principale delle emissioni concentrate di gas e polveri simili a getti, che avvengono al sorger del Sole in alcune regioni della cometa. La complessa topografia dell’oggetto fa sì che alcune aree della superficie siano più colpite dalla luce solare in arrivo rispetto ad altre.
Lontano dal Sole le comete sono corpi ghiacciati senza vita. Quando una cometa si avvicina al Sistema solare interno, inizia a diventare attiva, e il calore del Sole fa sublimare i suoi strati di ghiaccio più esterni. Le correnti di polveri e gas prodotte formano la chioma, un vasto e rarefatto involucro attorno al nucleo. Le immagini immortalate dalla missione Rosetta sulla cometa hanno rivelato getti ben distinti, che possono estendersi per vari chilometri nello spazio, all’interno della chioma.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno indagato in particolare sull’attività che avviene regolarmente ogni mattina sulla cometa, quando la luce solare inizia ad illuminarne la superficie. “Quando il Sole sorge su una parte della cometa, la superficie lungo il terminatore (la divisione tra zona illuminata e zona in ombra) diviene quasi istantaneamente attiva”, spiega Xian Shi, a guida dello studio. “I getti di gas e polveri, che in seguito osserviamo all’interno della chioma, sono molto regolari: si trovano ogni mattina nelle stesse zone e con forme simili”. Responsabile di questa attività di primo mattino è il ghiaccio, che si forma durante la notte sulla fredda superficie della cometa. Non appena arrivano i raggi di Sole, il ghiaccio inizia a sublimare.
Il team si è chiesto il motivo per cui le emissioni di gas e polveri formano getti, invece che creare una nube completamente omogenea. Il nuovo studio dimostra per la prima volta che ad essere responsabili di questo fenomeno sono principalmente la forma insolita e la topografia complessa della cometa. I ricercatori hanno analizzato immagini riprese da vari punti di osservazione della regione Hapi, localizzata sul “collo” della cometa, la parte più stretta che connette i due lobi, e sono riusciti a riprodurre nelle simulazioni a computer queste immagini, ottenendo così una migliore comprensione dei processi alla base del fenomeno dei getti.
Due effetti in particolare si sono rivelati decisivi. Alcune regioni sulla superficie sono localizzate ad altitudini più basse o in ombra, e vengono raggiunte più tardi dai primi raggi di luce solare. Al contrario, il ghiaccio sublima in modo particolarmente efficiente nelle regioni illuminate per prime e in maniera consistente dal Sole.
[ Barbara Bubbi ]
Libro consigliato per approfondire l’argomento :
[amazon_link asins=’8820370484′ template=’ProductGrid’ store=’universoast03-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0930b8ee-630e-11e8-b0a5-0984c0806b32′]
https://phys.org/news/2018-05-rosetta-unravels-formation-sunrise-jets.html
Copyright SA/Rosetta/NavCam – CC BY-SA IGO 3.0