Una Stella Killer in Fuga dalla Via Lattea

Una Stella Killer in Fuga dalla Via Lattea

Il nostro Universo è capace di offrirci fenomeni davvero impressionanti, e in questo caso va in scena una vera tragedia: due stelle, compagne da lungo tempo, iniziano ad allontanarsi insieme dalla Via Lattea. Ma dopo milioni di anni di avventura comune nello spazio intergalattico, una delle due distrugge e divora l’altra. E sta continuando il suo viaggio cosmico da sola, molto più luminosa di prima e circondata da un involucro di avanzi, residuo del pasto stellare.

A una prima analisi la stella non ha nulla di particolarmente strano. Il suo nome (CPD 64°2731) non è particolarmente attraente e la sua massa è 40 volte quella del Sole. Ma le caratteristiche sorprendenti sono più d’una: sfreccia alla notevole velocità di 160 chilometri al secondo, si trova al di fuori della Via Lattea, a 25.000 anni luce di distanza da noi e 2.000 anni luce al di sopra del disco galattico, e ruota con incredibile rapidità, fino a 300 chilometri per secondo.

Ma non è tutto. Un team di astronomi ha utilizzato l’osservatorio WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) per analizzare un sottile guscio di gas e polveri, circostante la stella estrema e colpito dall’intensa radiazione emessa dalla sua superficie. Ipotizzando che la stella sia nata all’interno del disco della Via Lattea, avrebbe impiegato circa 6 milioni di anni per raggiungere la sua attuale posizione al di fuori della galassia. Ma una stella così massiccia e così calda dovrebbe avere un’età di appena 3 milioni di anni.

Qualche fenomeno ha spedito CPD 64°2731 al di fuori della galassia. E probabilmente le colpevoli sono state le sue antiche compagne stellari, parte dell’ammasso in cui si è formata. Quando tre o più stelle di massa paragonabile si avvicinano una all’altra, le loro interazioni gravitazionali diventano incredibilmente instabili. In alcuni casi modificano leggermente la loro traiettoria, in altri formano sistemi binari, e in casi più estremi una o più stelle possono essere espulse dall’ammasso, schizzando via a velocità assurde.

Queste stelle in fuga possono scappare via dalla galassia, persino rimanendo accoppiate insieme in un sistema binario, come è accaduto a CPD 64°2731. E se una delle stelle della coppia si avvicina troppo all’altra, la più massiccia delle due inizia a succhiare gas dall’atmosfera della sua sventurata vicina, come un vampiro stellare. Nello scenario peggiore, la coppia diviene così instabile che le loro orbite si restringono sempre più, provocando alla fine la fusione delle due stelle in un fatale abbraccio. Questo processo rilascia una tremenda quantità di energia, in grado di soffiare enormi quantità di materiale nello spazio circostante fino a formare una gigantesca nebulosa.

La stella risultante dalla fusione cambia completamente le sue caratteristiche: ruota più rapidamente, ha una riserva fresca di materiale grezzo prelevato dalla compagna divorata, aumenta notevolmente la sua massa e l’emissione di radiazione, tanto da illuminare la nebulosa circostante come un’insegna al neon. Il risultato finale di questa fantastica collisione? Una singola stella gigantesca, in rotazione veloce, ringiovanita e circondata dai resti del violento scontro con la sua compagna. E, nel caso di CPD 64°2731, una stella killer in viaggio al di fuori della sua galassia nativa, libera ma fuggitiva per sempre.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine Zeta Ophiuchi, un’altra stella fuggitiva osservata dal telescopio Spitzer nell’infrarosso
Credit: NASA/JPL-Caltech

https://phys.org/news/2018-11-star-companion-milky.html