26 Dic 2017 La Nascita del Sistema Solare nella Bolla di una Stella Gigante
Nonostante le molte scoperte straordinarie che gli scienziati hanno realizzato sull’Universo, non siamo ancora certi dei processi che hanno portato alla nascita del nostro Sistema Solare. Gli astronomi dell’University of Chicago hanno presentato una nuova teoria secondo la quale il nostro Sistema Solare potrebbe essersi formato all’interno di bolle soffiate dal vento stellare di una gigantesca stella di Wolf-Rayet, morta ormai da molto tempo.
La teoria prevalente è che la formazione del nostro Sistema Solare sia stata innescata miliardi di anni fa da un’onda d’urto dovuta a un’esplosione di supernova. Ma secondo il nuovo scenario la storia ha inizio con un tipo di stella gigantesca chiamata stella di Wolf-Rayet, con dimensione da 40 a 50 volte quella del Sole. Astri simili producono quantità prodigiose di elementi che vengono espulsi sotto forma di intensi venti stellari. Man mano che la Wolf-Rayet perde massa, il vento stellare emesso colpisce il materiale circostante, che va a formare una struttura a bolla avvolta in un guscio denso.
Secondo i ricercatori il guscio di una bolla di questo tipo è un buon posto in cui possono nascere altre stelle, perché polveri e gas rimangono intrappolati all’interno, dove possono collassare. Gli autori stimano che dall’1 al 16 percento di tutte le stelle simili al Sole potrebbero essersi formate in nursery stellari simili a questa.
L’idea sviluppata dal team, a differenza dell’ipotesi della supernova, tiene conto di due isotopi che si presentavano in quantità diverse nel giovane Sistema Solare rispetto al resto della galassia. Meteoriti rimaste dal periodo del Sistema Solare primordiale rivelano che era presente una grande quantità di alluminio-26, ma una quantità inferiore dell’isotopo radioattivo ferro-60 rispetto al previsto. Questo pone delle questioni aperte, perché le supernove producono entrambi questi isotopi in quantità simili, quindi occorre spiegare perché all’alba della formazione un isotopo è stato immesso nel giovane Sistema Solare e l’altro no.
Il team ha quindi rivolto l’attenzione alle stelle di Wolf-Rayet, che rilasciano grandi quantità di alluminio-26 ma non di ferro-60. L’alluminio-26 espulso dalla stella di Wolf-Rayet potrebbe essere stato trasportato verso l’esterno sui grani di polvere formatisi attorno alla stella e parte del denso guscio potrebbe essere quindi collassata formando il nostro Sistema Solare. Quanto al destino della gigantesca stella di Wolf-Rayet che ci avrebbe ospitato, la sua vita è terminata molto tempo fa, probabilmente con un’esplosione di supernova o un collasso diretto in buco nero. Se si è trattato di una supernova, il ferro-60 creato durante l’esplosione potrebbe essersi distribuito in modo diseguale nell’ambiente circostante.
[ Barbara Bubbi ]
https://m.phys.org/news/2017-12-scientists-solar-giant-star.html
Nell’immagine la celebre Nebulosa Elmo di Thor, una bolla soffiata da gigantesca stella di Wolf-Rayet, WR 7.
Credit: ESO/B. Bailleul