Il Fantasma di una Stella Morente

Il Fantasma di una Stella Morente

Questa straordinaria bolla, simile al fantasma di una stella nel buio inquietante dello spazio, può apparire soprannaturale e misteriosa, ma si tratta in realtà di un oggetto astronomico familiare: una nebulosa planetaria, il resto di una stella morente. Questa immagine è stata ripresa dal Very Large Telescope dell’ESO, in Cile.
Il diametro della nebulosa è di circa quattro anni luce e viene chiamata Nebulosa Civetta Meridionale (Southern Owl Nebula), denominazione che la collega alla sua parente Nebulosa Civetta nell’emisfero settentrionale.

ESO 378-1 si trova nella costellazione dell’Idra e rappresenta un  fenomeno di breve durata, solo poche decine di migliaia di anni. Le nebulose planetarie si formano dal gas in espansione,  eiettato nella fase finale della vita di una stella simile al Sole. Anche se si tratta di oggetti brillanti e interessanti nelle fasi iniziali della loro formazione, simili bolle sono destinate a svanire quando il loro gas costituente si disperde e il residuo stellare al centro diviene più fioco.

Dopo che questi strati esterni di gas in espansione sono svaniti, il resto stellare brucerà per un altro miliardo di anni prima di consumare tutto il suo combustibile. Di conseguenza diventerà una nana bianca, piccola ma estremamente densa, che lentamente si raffredderà nel corso di miliardi di anni. Il Sole stesso produrrà una nebulosa planetaria tra diversi miliardi di anni, e in seguito trascorrerà gli anni del suo tramonto come nana bianca.
Le nebulose planetarie svolgono un ruolo fondamentale nell’arricchimento chimico e nell’evoluzione dell’Universo. Gli elementi come il carbonio e l’azoto, come pure alcuni altri elementi più pesanti, vengono creati in queste stelle e restituiti al mezzo interstellare. Con la fornitura di questo materiale possono poi formarsi nuove stelle, pianeti e, infine, la vita.
Ecco il significato della famosa frase dell’astronomo Carl Sagan: “Siamo fatti di materia stellare.” (“We are made of star stuff”).

http://www.eso.org/public/images/eso1532a/

Credit: ESO